Il mio vuole essere un grato ricordo per un gruppo di suore che sono arrivate dall’Italia in Argentina. Io ero molto piccola, ai tempi, ma non posso dimenticare con quanto amore e sacrificio si dedicarono ad un’opera che in pochi anni divenne grande e bella. Oggi quest’opera è una Scuola con tre livelli: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria. Ricordo ancora come se fosse che la vecchia fabbrica con i barili d’olio piano piano lasciò il posto alla nuova costruzione della scuola iniziata dalle suore.
Al sabato, tutte le bambine del quartiere andavamo dalle suore per l’oratorio. Era per noi una esperienza nuova e molto bella. Le prime suore che ricordo molto bene sono suor Carmela, suor Giuseppina Gnocchi e e suor Carla. Di fronte alla fabbrica c’era un maglificio e la padrona regalava alle suore le bobine di lana quasi terminate e noi facevamo graziosi oggetti con la lana, poi andavamo a Ciudadela e li portavamo agli ospiti alla casa di riposo «San Giuseppe». Andavamo anche in un orfanotrofio e portavamo caramelle, piccoli regali e raccontavamo favole ai bambini.
Furono anni molto belli. Ricordo che quando eravamo all’ultimo anno della secondaria, secondo l’usanza, volevamo partecipare alla gita fine corso, ma il denaro che occorreva dovevamo guadagnarcelo noi. Le suore ci diedero il permesso di vendere dolci all’uscita della scuola dell’infanzia e della primaria. Compravamo all’ingrosso e rivendendoli riuscivamo ad avere il guadagno che doveva servirci per la gita.
Mi sono poi laureata in matematica e le suore mi aiutarono a trovare il mio primo lavoro, dando buone referenze mie alla scuola diretta dalle suore del Preziosissimo Sangue. Rimasi in quella scuola fino a quando il «colegio padre Vicente Grossi» avviò anch’esso il secondario e mi trasferii alla mia amata scuola.
Le suore mi hanno visto crescere fino alla laurea e al matrimonio. Mi sono state vicine quando sono nati i miei tre figli Romina, Marcello e Diego e mi hanno accompagnato nei momenti felici e tristi della mia vita.
Poi vennero i nipoti e ora la pensione. Ringrazio di vero cuore tutte le suore e voglio ricordare specialmente suor Anna Bortolamasi. All’ingresso dell’edificio del secondario mi accoglieva tutte le mattine con un sorriso e un «Buona giornata» o il lunedì «Buona settimana«, naturalmente in italiano. Tutte le suore, ognuna per la sua caratteristica e il suo compito fanno parte della mia fanciullezza, adolescenza e età adulta. Con alcune, come suor Clelia siamo state «compinches» e amiche, però tutte hanno avuto ed hanno un posto molto importante nel mio cuore. Anche se non mi trovo più al “Grossi” questa rimarrà sempre la “mia scuola”. Tantissime grazie.
Anna Maria Veltri