Nella lettera «Rallegratevi» indirizzata ai consacrati e alle consacrate nell’anno dedicato alla vita consacrata, sono stata colpita da alcune espressioni, perché interpretano la mia esperienza: «Guardare noi stessi e il mondo con gli occhi di Cristo e restarne inquieti» (n. 72).
Questo è esattamente quello che ho vissuto durante la mia adolescenza e giovinezza, grazie alla guida spirituale di padre Sergio Calza, scalabriniano. In seguito, quando avvenne il mio incontro con le Figlie dell’Oratorio mi sono sentita subito interpretata dal loro carisma, perché incarnavano quello che già mi impegnavo a fare nella mia parrocchia.
È ancora la parola del papa: «La forza della inquietudine per Dio, per la sua parola spinge a uscire e ad andare verso gli altri» (Rallegratevi n. 76), che oggi mi aiuta a rileggere i miei ricordi e a interpretarli.
Il primo incontro con le suore Figlie dell’Oratorio fu all’insegna della semplicità e della gioia. Quando mi resi conto che erano tra le prime venute dall’Italia, sono stata molto contenta e ho capito il senso delle parole che «in forza del battesimo e della Cresima tutti siamo missionari», parole che «ci aiutano a coltivare un cuore universale, aperto a tutte le culture e a tutte le verità, coltivando la nostra capacità di relazioni umane e di dialogo» (Doc. Aparecida). Le prime che ho conosciuto sono state suor Maria Storari e suor Giuseppina Gnocchi: per loro ho sempre avuto grande ammirazione per la testimonianza che offrivano con la loro vita semplice, umile, gioiosa, disponibili a tutti e a tutto, anche alla povertà, ma soprattutto perché mi apparivano innamorate di Cristo. Fu proprio questo loro stile di vita che mi convinse a decidermi che «quello era il cammino della mia vita». Ringrazio Dio e i superiori per la possibilità che mi è stata data di completare in Italia la mia preparazione ai voti perpetui e di conoscere profondamente il carisma dell’Istituto.
Sono contenta perché grazie a questa esperienza ho cercato di essere disponibile come al tempo della mia adolescenza a dire il mio Sì al Signore, quando mi è stato chiesto di cambiare o comunità o nazione secondo le necessità. Andavo povera e tornavo ricca di esperienze che il Signore mi consentiva di fare. Di tutto questo Lo ringrazio perché mi ha chiamato a servirlo e ad amarlo nelle persone che ho incontrato. Ringrazio anche l’Istituto che mi ha accolto con amore e misericordia.
Hna Susana