Seconda Parola: «Oggi sarai con me in Paradiso» (Lc 23,43)

La crocifissione non fa nessuna distinzione tra i tre, Gesù e gli altri due. Solo l’iscrizione posta sulla testa di Gesù «re dei Giudei» può essere una apparenza di differenza. Ma ha più il sapore di una espressione carica di sarcasmo o di rivalsa. Pilato ha voluto in questo modo tirarsi fuori con eleganza da una condanna che è stato costretto a firmare dal  furore del popolo.

Sul Golgota i tre, accomunati da una condanna a morte, sono allineati come fossero un unico gruppo di malfattori. Chissà se aver messo al centro Gesù è stato un gesto di riguardo da parte del centurione o una pura casualità o la continuazione di una parodia iniziata nel cortile della casa del sacerdote.

I suoi compagni di condanna esprimono, come possono e come sono capaci, la loro fiducia in lui. Uno, indurito e vendicativo cerca il miracolo: scappiamo insieme…; l’altro, insolitamente tenero, cerca la consolazione: non dimenticarti di me!

Gesù non promette il futuro… non dice: «Andrà tutto bene!», ma prende sul serio il desiderio di quest’ultimo di essere con lui… Sarà per Lui una grande gioia entrare nel regno non da solo ma con un amico, quello dell’ultima ora, ma non per questo meno sincero ed affidabile.

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