Prima Parola: «Padre perdona loro: non sanno quello che fanno» (Lc 23,24)

Gesù morì scusando, che è più che perdonare. Gesù riconosce in chi lo ha condannato e ora crocifisso una ignoranza che potrebbe essere una forte attenuante nella responsabilità. Eppure nei suoi incontri con i peccatori non ha mai cercato di scusare, ha sempre chiamato il peccato con il suo nome e lo ha perdonato. Ora cambia atteggiamento. Chiede al Padre di perdonare e alleggerisce la responsabilità morale dei suoi carnefici. Se fosse per lui, li ha già scusati, ma qui è in causa la negazione della bontà di Dio, della sua cura per l’umanità che viene rifiutata, eliminata, cancellata. Dio però perdona prima che si siano pentiti. Perdona a prescindere.

Alla fine della vita, Gesù tradito, consegnato, abbandonato, condannato con dichiarazioni false, picchiato senza compassione, crocifisso crudelmente è come se dicesse a ciascun attore di questo tragico dramma: nel processo della storia sacra o civile, io sarò sempre dalla vostra parte, non vi considererò degni di condanna eterna.

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