1845 – 9 marzo – 2025
Come ricordare oggi i natali (180 anni!) – nascita alla vita terrena e alla vita in Cristo! – di Vincenzo Grossi?
Un’icona, recentemente donata all’Istituto da don Franco Bonfrate, fratello di suor Immacolata e suor Rita, come espressione di ringraziamento a San Vincenzo Grossi per la sua protezione avvertita in occasione di un intervento chirurgico importante, e come gesto di gratitudine per l’accoglienza ricevuta a Casa Madre nella prima fase di recupero, può gettare luce su una ricorrenza comune a tutti i mortali, ma che in Vincenzo Grossi come in tutti i santi, ha segnato l’inizio di un cammino di sequela Christi radicale e costante.
L’immagine si rifà a quella molto diffusa nei nostri ambienti, ovviamente riprodotta secondo le regole artistiche e spirituali della icona.
Opera della maestra iconografa Maria Rosaria Vendola e del marito Nicola Tagliente (Taranto), traccia non tanto nella sua arte grafica – pure di prestigio! – quanto nella sua essenza teologico-spirituale lo spessore della santità di san Vincenzo, una santità comune eppure eccezionale.
Lasciamo agli autori la spiegazione della stessa icona che riproponiamo ai lettori del blog come omaggio filiale ad un uomo santo che ci ha preceduti in un cammino di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, indicandocene la via.
L’icona ha scavo nel legno massello, simbolo della croce, ricoperto di telo di lino, richiamo delle bende della culla – mangiatoia e del santo sepolcro.
La tavola ha zeppe posteriori per rinforzo, perché il legno può incurvarsi per l ‘umidità, assumendo una forma imbarcata, tuttavia la barca è simbolo della chiesa, di cui Cristo è il capo.
Il fondo, in cui è posizionata la figura, è colorato di pigmento oro antico con pagliuzze di oro 24 karati: esso simboleggia la luce increata: siamo in una dimensione sacra, al cospetto della visione della gloria di Dio.
Il santo è nella gloria della risurrezione, lo attesta il nimbo o aureola che circonda il suo capo.
Il volto è trasfigurato dalla luce,
le vesti lasciano trapelare la luce interiore .
Tutto è nella luce.
San Vincenzo Grossi aveva come monito il guardare verso Dio, il cercarlo in ogni cosa, per questo indica verso l’alto con la sinistra.
La gioia di appartenere a Dio invita a fare tutto con amore smisurato.
La sua mano destra ci benedice dicendo, con la postura delle dita, che Gesù Cristo è il Signore vero Dio e vero uomo .
Anche l’abito rivela molto, la talare di colore nero, da cui scaturiscono raggi luminosi, il nero è un non colore, assorbe la luce .
Le tenebre non hanno accolto la Luce ma essa le ha vinte.
Il sacerdote fa rinuncia del mondo, pur vivendo in esso, si spende interamente per il servizio a Dio e ai fratelli, si fa portatore di luce negli anfratti dell’esistenza umana per rivelare il mistero salvifico dell’incarnazione di Dio .
Egli è imitatore di Cristo.
L’icona è cristocentrica.
Accompagnata da una breve ma sentita celebrazione l’icona è stata collocata dalle sorelle della comunità di Casa Madre nel «luogo dei ricordi» che oggi non raccoglie solo la memoria della vita terrena di don Vincenzo ma anche il cammino di grazia che percorre la sua protezione verso chi si affida alla sua intercessione presso Dio.
Oggi, facendo memoria della nascita di san Vincenzo Grossi, il 9 marzo 1845 a Pizzighettone (CR), la accogliamo come richiamo alla strada maestra da percorrere in questi tempi faticosi.