Immacolata
Dio non privilegia lo sforzo, ma il dono.
Le prime parole dell’Angelo a Maria sono: «Tu sei colmata di grazia».
Maria si stupisce perché significano: il tuo nome è “amata per sempre”, dal principio e per l’eternità. Ella vive circondata dall’amore di una famiglia, è avvolta nell’amore di un fidanzato, ma l’angelo supera queste esperienze e le parla di sovrabbondanza.
La nostra umanità è un intreccio di ombra e di luce. L’architettura di alcune chiese medioevali toscane, dove si alternano linee di pietre bianche e linee dal colore dell’ombra, sapientemente interpreta l’alternanza nell’uomo di bene e di male, sempre intrecciati profondamente, spesso in modo «inestricabile». In Maria, per dono, non è così: lei è l’inizio dell’umanità finalmente «riuscita», colmata di grazia.
Ma «Immacolata» non significa preservata dalla lotta. Anche Lei ha lottato con la tentazione del «serpente».
«Immacolata» non significa senza «tentazioni» o senza fatica del cuore. Anche Eva era «immacolata», eppure ha ceduto alla tentazione, divisa nel cuore.
In un mondo di «disgrazia» è possibile ancora trovare grazia?
È la grazia che trova noi.