Commemorazione dei defunti

Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto», dice Marta a Gesù mentre piange Lazzaro morto.

È quello che pensiamo anche noi: nel dolore, dov’è Dio? se Dio esiste, perché tanti morti innocenti? La  malattia e la morte dei nostri cari, le consideriamo un segno di abbandono o di lontananza da parte di Dio, mentre essere preservati una benedizione… espressione di vicinanza da parte sua.
Dio, però, è sempre con noi  e non come esenzione dalla morte.

«Dio salva»: questo è il suo nome, e salvare non significa preservare ma conservare. Gesù non ha mai ha promesso che i suoi amici non sarebbero morti, ma che non li avrebbe mai lasciati soli.

Allora siamo invitati a credere che «né vita né morte, ci potranno mai separare dall’amore di Dio» (Romani 8,38). Questa certezza ci basta. Per Gesù il bene più grande non è una vita lunghissima, un infinito sopravvivere, ma essere partecipi della sua vita da risorto. L’eternità è già entrata in noi, entra in noi molto prima che accada, entra con la vita di fede, con i gesti del quotidiano amore.

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