Tutti! (Ottobre missionario 3)

Al funerale di don Giampiero hanno partecipato numerosi parrocchiani, amici,  e in prima fila spiccavano i rappresentanti della comunità islamica presente in città, dei buddisti e di altre confessioni cristiane. Erano le persone con le quale aveva collaborato, che aveva stimato e apprezzato e che in quel momento esprimevano concretamente la circolarità della fraternità quando Dio è al centro.

L’ espressione «extra ecclesia nulla salus» ha  voluto delimitare per secoli l’azione di Dio dentro dei confini, con esito incerto,  forse nocivo.

Noi, quelli che ci sentiamo salvati, abbiamo ancora qualche restrizione mentale su come intendere «tutti». Dio ha un pensiero fisso e chiaro: che tutti gli uomini siano salvi. Tutti, buoni e cattivi, dentro o fuori dalle mura ecclesiali , dal papa giù giù fino agli ultimi nella scala sociale.

Il re della parabola, che altro non è che la personificazione di Dio, vuole tutti al suo banchetto; nessun criterio è per escludere, semmai indica una priorità.

Questa è la missione che affida ai servi, questa è la missione che hanno i discepoli missionari di Cristo, avere sempre nel cuore la preoccupazione per tutte le persone di ogni condizione sociale ed anche morale. Gli ultimi e gli emarginati della società sono gli invitati speciali. L’annuncio missionario è per tutti e chiede l’impegno di tutti, scrive il papa nel Messaggio.

Anche la nostra umanità si completa nell’incontro e nella relazione con l’altro, dove attraverso il dialogo, la vicinanza, la compassione e la tenerezza vengono create le condizioni per cui l’alterità infrange le barriere dell’egoismo.

Dio infatti non fa differenze, ogni uomo e donna è destinato  a partecipare della sua grazia che trasforma e salva.

La missione dei battezzati non è quella di salvare, a quello ci pensa Dio, e lo ha fatto in Gesù, ma di diffondere la notizia che Dio è pienezza di vita e vuole  dispensarla con larghezza.

I missionari, oggi, lontano dall’essere eroici pionieri, sono i «servi» che a parole o con una vita bella suscitano  il desiderio di accogliere il dono di Dio e di lasciarsi trasformare da esso.

Rispondi