Ottobre missionario (1)

«Suora, perché dall’Argentina sei venuta in Italia?»

«Don, perché sei qui se nel tuo paese, il Madagascar, c’è bisogno di preti?»

Perché… «Io sono missionaria…» «…Sono missionario!». Risposte che anziché chiarire, confondono perché rovesciano alcune categorie comuni. Suonano strane alle nostre orecchie occidentali, umiliano il nostro orgoglio mai sepolto di colonizzatori e storici evangelizzatori. Ma questa è la realtà che si sta imponendo.

Sicuramente queste nuove presenze missionarie in aumento nelle chiese locali italiane non vengono a costruire chiese, ospedali, scuole; a promuovere i diritti delle persone, né a rimpinguare le file assottigliate di religiose e preti! Sono le nuove presenze missionarie! E la cosa ci deve interrogare!

«Rilanciano l’impegno prioritario della Chiesa, cioè l’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo», scrive il Papa nel suo messaggio per la XCVIII giornata missionaria mondiale 2024.

Il papa prosegue nella sua riflessione proponendo la parabola evangelica del banchetto nuziale per svegliare la vocazione missionaria universale del popolo di Dio. Nel comando del re ai servi «andate», che fa seguito ai precedenti viaggi presso gli invitati ufficiali, viene espressa la sua «instancabilità». Malgrado l’indifferenza e il rifiuto ricevuti, non si rassegna. Si chiude una porta e si apre un portone, dice un proverbio popolare. E davvero il re della parabola ha aperto il portone perché l’invito è per tutti.

Il desiderio di Dio di condividere, di stare insieme all’umanità, lo porta sempre ad uscire.

Prosegue il papa: «Il dramma della Chiesa di oggi è che Gesù continua a bussare alla porta, ma dal di dentro, perché lo lasciamo uscire. Tante volte si finisce per essere una Chiesa che non lascia uscire il Signore, che lo tiene come cosa propria, mentre Lui è venuto per cercare tutti, instancabilmente.

E coinvolge ciascuno di noi perché secondo la propria condizione di vita avviamo un nuovo movimento missionario, come agli albori del cristianesimo!

Andate! Ai crocicchi delle strade…»

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