Anniversario della Canonizzazione di don Vincenzo Grossi

Il 18 ottobre ricorre il nono anniversario della canonizzazione di san Vincenzo Grossi. E ne facciamo memoria.

Memoria di che cosa e perchè? Dell’evento ufficiale tenutosi in piazza san Pietro il 18 ottobre del 2015?

Don Vincenzo non è diventato santo quel giorno, lo era già.

Meglio, la santità, se pensiamo ad uno stile di vita, lo Spirito gliel’ha tessuta addosso, e lui gli ha dato una mano, nel corso della sua vita.

Qualcuno non se n’era nemmeno accorto; a qualche altro sembrava esagerato e fuori luogo ritenerlo un santo: altri lo erano più di lui ed erano riconosciuti a furor di popolo! Sicuramente se non ci fossero state le «suore» a smuovere i santi dagli altari per avviare i processi canonici, don Vincenzo sarebbe un santo prete della porta o della parrocchia accanto e niente più.

Ma tant’è, ora che ha l’aureola, quale frutto produce per me, per la mia comunità avere il Fondatore Santo?

Si è scritto che la sua vita sia stata straordinariamente ordinaria, ma lasciando da parte certe ridondanze ad effetto, potremmo definirla una vita semplice. Dove semplice significa non sdoppiata, tra Dio e il popolo, tra le cose dello spirito e gli interessi materiali, tra la preghiera e l’attività, tra il ministero in parrocchia e la fondazione dell’Istituto. Non sembra che qualche aspetto abbia prevaricato sull’altro o sia andato a scapito dell’altro. Una vita, la sua, unificata.

E non è semplice essere «semplici» in questo modo. È come tessere la trama di un tessuto, dove la costanza e la regolarità dell’intreccio ne costituiscono la struttura, fondano la tenuta e rivelano la bellezza.

Non ci sono elementi per ritenere che don Vincenzo si sia inventato la trama della sua santità, né che l’abbia progettata e poi applicata. È cresciuta con lui nella aderenza consapevole e fedele alla realtà in cui la Provvidenza lo ha inserito.

Non si è adattato, ha accolto. Per questo possiamo ancora raccontare della sua apertura, disponibilità, empatia, compassione, cura… come di qualcosa di inedito, perché è stato il suo modo

Gesti umani alla portata di ogni tempo e di ogni condizione, ma la cui continuità in ogni stagione della vita di don Vincenzo consentono a noi, oggi, di guardare a Lui come a un santo, e a convincerci che più si è umani secondo Dio, più si è santi, ognuno con la sua unicità e originalità.

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