Un cerchio che non si chiude – Bugiallo 2024
Non c’è due senza tre… e infatti per la terza estate consecutiva, parte delle FdO «meno anziane» hanno risposto all’invito di suor Roberta a condividere qualche giornata di fraternità, riposo e confronto a Bugiallo, sul lago di Como. La volta scorsa si era dato inizio a un percorso di riflessione sulla castità, che ha visto la conclusione nelle giornate di quest’anno. «Chiudiamo il cerchio su questo tema», è stata l’espressione di suor Roberta, lasciando la parola a don Guglielmo Cazzulani e a don Marco Grega, con cui abbiamo ragionato sul rapporto tra castità e vita apostolica e castità e vita fraterna. Ma in realtà il cerchio non si chiude affatto, anche se l’anno che si sta aprendo ci vedrà impegnate sul tema della povertà. C’è una stretta correlazione tra questi due voti. Se castità significa amare senza voler possedere l’altro o l’altra, anche la povertà ha a che fare col possesso, con il riconoscere che la vita non ci viene da quanto accumuliamo, da quanto possediamo.
Il sesto comandamento dice: «Non commettere atti impuri». E lo associamo immediatamente alla castità, dimenticando però che la purezza va ben oltre la sfera sessuale e riguarda prima di tutto il cuore. Impuri non sono i gesti, ma il cuore da cui nascono tali gesti, se volti al dominio sull’altra persona, al possederla, al considerarla un oggetto a proprio uso e consumo. Un cuore impuro, oltre non essere casto, non è nemmeno povero, ma avido, bramoso di potere, di denaro, di potenza, di successo, di cose.
Il sistema in cui viviamo è malato, esito di scelte che hanno messo al centro l’accumulo e non la condivisione. È sotto gli occhi di tutti come le ideologie degli ultimi secoli, fondate sulla credenza quasi mistica di una possibile crescita economica infinita – come se la natura non avesse i suoi limiti – abbiano portato la civiltà sull’orlo del collasso. Cosa c’è di più impuro, sporco e nauseante di avvelenare, appunto per soldi e sete di dominio, l’acqua e la terra di cui viviamo, di ammorbare l’aria che respiriamo? Spaventose disuguaglianze frutto di iniquità e grande ingiustizia generano povertà e disperazione, diritti fondamentali come la libertà, la salute, l’istruzione, un lavoro onesto e dignitosamente protetto, sono negati a tanta parte dell’umanità, anche nel nostro paese. Mafia e corruzione avvelenano e distruggono come un cancro intere regioni dove l’abuso di potere o d’ufficio sono crimini ormai normalizzati. Chi gestisce la produzione e il traffico d’armi lucra sulla vita di migliaia di innocenti (cit. don Marco Natali).
No, il cerchio non si chiude. C’è ancora tanto da lavorare per rendere questo mondo un luogo più casto e più puro. Cominciando dal mio cuore.