San Filippo e la devozione alla Madonna
La maggior parte della iconografia di san Filippo Neri lo rappresenta con la Vergine Maria e il Bambino, che si tratti di estasi, o in presenza di un miracolo, o mentre è in preghiera, o in altre scene di vita.
I suoi biografi raccontano che Filippo nutrì fin da piccolo una tenera devozione per la Madonna, chiamandola con semplicità «La Mamma mia», «Il mio amore», «La mia consolazione» e riferiscono anche di ripetute visioni nelle quali conversava con la Madre di Dio.
Sappiamo dei suoi «detti» che ripeteva sotto forma di rosario e uno che diceva così: «Siate devoti della Madonna, figli miei, siate devoti di Maria, non vi è mezzo più potente per ottenere grazie da Dio che la Madonna».
Che significato san Filippo dava alla parola «devozione» quando si riferiva alla Vergine Maria? A che cosa pensava quando invitava ad essere «devoti» di Lei?
San Filippo pur avendo dato vita ad una «scuola» di spiritualità nuova e ad una pastorale unica per il suo tempo, non disdegnava il magistero e la tradizione della Chiesa per cui, pur nella semplicità delle espressioni che usava, la sua devozione verso la Madonna nasce dalla realtà che Ella è fisicamente la madre di Gesù, quindi la Madre di Dio, Theotokos, e Madre nostra.
La devozione mariana ha sempre avuto in Lui una chiara connotazione cristologica. Nasceva da una convinzione fondata sulla fede e si esprimeva in atti esterni che erano un sostegno alla fede autentica, e mai una sostituzione.
Per noi, che in san Filippo abbiamo un grande ispiratore, l’invito alla devozione alla Madonna, prima che una serie di atti e di gesti da compiere per onorarla, può significare questo: considerarla sorella nella fede, madre nella vita.
Paolo VI nell’Esortazione apostolica Marialis cultus, del 2 febbraio 1974, ricorda che la devozione verso la Vergine Maria «è elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa», liberandola così dall’intimismo e dal particolarismo.