La Madonna e san Filippo

Maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro associamo alla Vergine Maria, ma è anche il mese in cui ricorre la memoria liturgica di san Filippo Neri, morto il 26 maggio del 1595.

San Vincenzo Grossi tra gli elementi che delineano l’identità dell’Istituto, fin dalle origini, volle porre il riferimento a queste due figure: la Vergine, al tempo da pochi decenni proclamata Immacolata e San Filippo Neri, dalla cui fondazione dell’Oratorio prendeva ispirazione la nuova forma di presenza al servizio delle parrocchie. Per noi Figlie dell’Oratorio, il mese di maggio richiama pertanto queste due radici: la Madonna e san Filippo Neri.

L’originalità di san Filippo nel vivere e trasmettere la fede e la pratica religiosa ha coinvolto anche le pratiche devozionali. Sull’onda della memoria di una festa che salutava l’ingresso della primavera, festa presente prevalentemente nell’ambiente toscano ed in particolar modo fiorentino, san Filippo insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madonna, a cantare le sue lodi, a visitare le chiese a lei dedicate. Col tempo questi semplici riti popolari si diffusero ovunque come pure l’abitudine di cantare le litanie alla Vergine  e di incoronare di fiori le statue mariane.

Maggio divenne il mese consacrato a Maria: un invito a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa, «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine».

In molti giardini delle nostre Case si trovano immagini o statue della Madonna, come pure  tanti crocicchi delle strade sono caratterizzate dalle Madonnelle. E non è insolito  vedere i passanti che fanno un furtivo segno di croce, o che qualcuno lasci un lumino o un mazzetto di fiori.

Anche Don Vincenzo aveva familiarità con piccole cappelle campestri dedicate alla Madonna, cappelle che incrociava lungo le strade della campagna che percorreva.

Aspetti di una religiosità che attraversa e impregna il tessuto ordinario della vita, quella di un tempo e quella odierna.

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