Dove si ferma la stella, oggi?
Chi è andato a cercare l’inviato di Dio?
I pastori, gente senza regole; alcuni stranieri venuti da lontano, tutti non osservanti la legge di Mosè.
E l’ironia della sorte è che l’hanno trovato!
L’autorità di Gerusalemme si era riservata di organizzare tavole rotonde, convegni di studio, di redigere un Documento finale… senza poi muovere un passo per cercarlo.
Il massimo del desiderio di incontrarlo è stato riassunto in un classico: «Ci aggiorniamo».
A noi, credenti, che «crediamo di sapere» dove si trova Dio, che fin «dalla giovinezza abbiamo osservato i suoi comandamenti», non viene il dubbio che Dio si possa trovare anche oltre la nostra osservanza religiosa, oltre il nostro impegno apostolico, oltre la nostra spiritualità a volte un po’ formale?
Inorridiamo al pensiero che altri, di altre religioni, di altra cultura, di altra razza possano condurci dove si trova Dio!
Eppure la pagina della Scrittura è eloquente: a Betlemme ci arriviamo solo seguendo il racconto di una stella che appare e scompare, fatto da alcuni personaggi venuti da non si sa dove.
E ci hanno portati fin sulla soglia di una casa che ospita il «Dio con noi».
Oggi, che ci sentiamo invasi da stranieri, che vediamo la nostra integrità culturale e sociale traballare sotto l’incalzare di popoli e culture nuove, che perdiamo il monopolio della fede e della religione, perché non ci lasciamo prendere dal dubbio che Dio stia piantando la sua tenda in mezzo a tutto questo? Perché non credere che ci sta chiamando fuori dai nostri «confini stereotipi»?