L’ossessione del potere e del denaro (Laudate Deum 3)

Abbiamo visto come la Laudate Deum inviti tutti, senza mezzi termini, a fare la propria parte per un cambiamento di rotta nella lotta al cambiamento climatico. Viviamo in un mondo in crisi. Il decennio che stiamo attraversando è contrassegnato da eventi a cui soprattutto il mondo occidentale non era più abituato: una pandemia mondiale, il ritorno della guerra in Europa, gli effetti evidenti e concreti del maltrattamento dell’ambiente, la fatica di abbandonare stili di vita che negli anni si sono mostrati dannosi e controproducenti. È un tempo appesantito dal male quello che stiamo vivendo, che sta gridando a chiare lettere che «non ogni aumento di potere è un progresso per l’umanità. Vi sono stati momenti della storia in cui l’ammirazione per il progresso non ci ha permesso di vedere l’orrore dei suoi effetti» (LD 24), che invece si stanno manifestando chiaramente in questo segmento storico.

Nel memorabile momento di preghiera vissuto da solo in piazza San Pietro durante il lockdown, papa Francesco ebbe modo di descrivere la modalità di vita che abbiamo assunto, fondata su quello che nella Laudate Deum chiama «il paradigma tecnocratico»: «Siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai richiami della natura, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato».

Parole che rivelano che «il problema più grande è l’ideologia che sottende un’ossessione: accrescere oltre ogni immaginazione il potere dell’uomo, per il quale la realtà non umana è una mera risorsa al suo servizio. Tutto ciò che esiste cessa di essere dono da apprezzare, valorizzare e curare, e diventa uno schiavo, una vittima di qualsiasi capriccio della mente umana e delle sue capacità» (LD 22).

Forse Toro Seduto e papa Francesco non hanno apparentemente nulla in comune, ma una frase attribuita al famoso capo indiano ci aiuta a metter a fuoco la stoltezza e la stupidità che troppo spesso hanno caratterizzato le nostre scelte: Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche. È quanto ci dice anche il pontefice: «Abbiamo compiuto progressi tecnologici impressionanti e sorprendenti, e non ci rendiamo conto che allo stesso tempo siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza. Ci vuole lucidità e onestà per riconoscere in tempo che il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi» (LD 28).

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