Annunciazione del Signore: mistica del quotidiano!

Il racconto del vangelo. dicendo che «l’angelo entrò da lei», parla di un Dio che sceglie, per questa visita unica e irrepetibile, uno spazio familiare, domestico, dove si mescola alle suppellettili, alle cose più semplici e quotidiane.

 Anche i grandi maestri della pittura rinascimentale ambientano l’Annunziazione del Signore nella casa, il luogo della prossimità, della intimità e dove ognuno è se stesso, libero dalle formalità e dalle maschere.

Ma il Tempio, la Chiesa, i luoghi consacrati al culto  per l’incontro con Dio che fine faranno? Giustamente si chiedeva la samaritana: «Dove si deve adorare Dio?» .

La razionalizzazione della fede, della relazione con il Dio della religione e non della vita, del Dio infinitamente Altro e Perfettissimo, ci ha portato ad assolutizzare uno spazio.

Non che non sia necessario e doveroso che esista, ma non è l’unica strada che Dio percorre per venirci incontro. Lui ci suggerisce anche che «quando vuoi pregare, chiuditi nella tua stanza…».

Maria nell’annunciazione non si è sottratta al dialogo con l’angelo perché non era nel Tempio,  perché probabilmente non aveva il capo velato, le vesti in ordine, come era usanza fino a tempi recenti quando si entrava in chiesa o semplicemente ci si riuniva per la preghiera comunitaria. Maria ci lancia una sfida: passare dalla spiritualità che si fonda sulla logica dello straordinario ad una mistica del quotidiano.

È la spiritualità dei semplici. Mia nonna sferruzzava, seduta  vicino alla stufa, e muoveva la labbra. Io la osservavo incuriosita e quando ebbi la lucidità di chiederle che cosa dicesse o con chi parlasse, mi rispose: «Prego!». Ricuciva lo strappo della separazione della fede dalla vita.

Mistica del quotidiano!

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