Libertà è partecipazione (Giorgio Gaber) (Sinodalità e VC – Sintesi 3)

La vita religiosa è parte integrante della Chiesa e proprio per questo gode dei passi in avanti che si vivono in essa e accusa il colpo quando i passi compiuti non si dimostrano fedeli al Vangelo. Ciò che – nel bene e nel male – avviene nella Chiesa, ha sempre un riverbero o una radice in ciò che avviene nell’ambito della vita consacrata, e viceversa. Entrambe sono di natura sinodale; la storia ce ne ha mostrato chiari segni: già secondo la Regola di San Benedetto i monaci dovevano riunirsi quotidianamente per trattare sulla vita del monastero. Gli ordini mendicanti si presentano come una fraternità in cui tutti vengono considerati fratelli e le decisioni sono prese nel Capitolo, generalmente per consenso. È altrettanto vero però che quella «Chiesa di un nuovo paradigma, non piramidale ma circolare, orizzontale e partecipativa» è ancora «work in progress» e per la vita religiosa la situazione non è diversa: «In essa ci sono ancora ambiti in cui persistono l’autoritarismo, l’esclusione, l’intimidazione, la rigida imposizione di uniformità, modelli mentali e strutturali superati, vecchie ferite e tensioni non sanate e irrisolte».

Occorre trovare strumenti concreti e vie percorribili per uscire dalle secche di una comunicazione che è soltanto informazione e che non vede la partecipazione e il coinvolgimento di tutti i membri della comunità. necessario rendere la sinodalità oggetto di formazione, di studio, di confronto, non per cambiare necessariamente le prassi nell’immediato, ma per creare una mentalità diversa, una «metanoia», da cui nasceranno scelte inedite.

Il cammino, o meglio, la via è aperta. La sintesi sinodale rileva che «molte congregazioni religiose stanno configurando i loro capitoli e le loro assemblee generali e provinciali come processi sinodali: in tutte, la partecipazione e la comunione sono incoraggiate quando si devono prendere decisioni importanti sulla missione e sulla vita. Alcuni dei contributi riconoscono che anche le loro Costituzioni rinnovate sono il frutto di un autentico processo sinodale caratterizzato da una prassi di ascolto e da una cultura della collaborazione».

È evidente che un ruolo fondamentale in questo passaggio è quello dei governi degli istituti. Purtroppo continuiamo a constatare situazioni in cui si tende ad un accentramento dall’alto verso il basso nell’esercizio dell’autorità, anziché mettere la comunità in un atteggiamento di discernimento per favorire un’obbedienza alla volontà di Dio percepita da tutti e non solo da alcuni. È essenziale assicurare un clima di dialogo, di preghiera, bandendo le «politiche» di partito nella presa di decisioni. Nessuno deve essere escluso, perché il Signore può rivelare ai «piccoli» ciò che nasconde ai «grandi», secondo il mondo.

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