La visita dell’angelo

L’angelo dei pastori fu convocato da Dio. Doveva portare un messaggio inedito ed esclusivo nelle campagne di Betlemme. Fece un po’ di resistenza perché le sue missioni presso i suoi «protetti» erano sempre pericolose: più volte gli avevano aizzato contro i cani, lo avevano allontanato con tizzoni accesi, e, quando gli era andata bene, lo avevano ascoltato con sospetto o ignorato del tutto. Avrebbe compiuto la missione affidatagli anche questa volta, ma  con il timore di deludere le aspettative di Dio. Gli venne consegnato un rotolo su cui era riportato quello che doveva comunicare, insomma si trattava di un bando.

L’angelo planò sulla Palestina fino a quando riuscì a individuare la città di Davide, Betlemme. Si diresse in picchiata verso le colline che la circondavano dove di solito si radunavano le greggi per passare la notte e per la velocità sostenuta produsse un attrito così forte che accese vistosamente la sua figura. Quando si adagiò vicino al gruppo dei pastori, tutta la zona era come illuminata a giorno. I pastori ebbero un sussulto, perché se prima pensavano ad un lampo di un temporale notturno, adesso avevano davanti un banditore. Che cosa voleva a quell’ora questo personaggio? Quale altra tassa o legge sarebbero stati obbligati ad osservare? La loro vita non era già abbastanza emarginata, sfruttata? L’angelo capì che doveva guadagnare la loro fiducia, per cui nascose il rotolo e si avvicinò con tanti «Shalom!» per vedere di tranquillizzarli. Nulla di quello che temevano sarebbe stato il suo messaggio. Anzi. Erano i primi a cui veniva data la notizia più sensazionale del giorno, che dico dei tempi.

«Oggi, poco distante da qui, è venuto al mondo uno che ha la forza e la potestà di togliervi da questa situazione di disprezzo e di emarginazione e vi farà essere e sentire liberi come l’aria».

L’angelo cercò di ascoltare il silenzio dei pastori. Gli sembrava che dicessero: «Vai a raccontare ad altri che qualcuno vuole interessarsi di noi, che vuole  tirarci fuori da questo discredito, ed anche dalla nostra malvagità».

Poichè sapeva che con loro i ragionamenti non servivano, tirò fuori la notizia inedita, quella ancora segreta. «So che fate fatica a credermi. Voglio darvi un segno a conferma che quello che vi ho detto non è un bluff. A Betlemme troverete un bambino appena nato…»

I pastori lo interruppero e tra l’ironico e il sarcastico dissero: «Un bambino?…Chissà quanti ne sono nati oggi, questa notte!» L’angelo un po’ irritato perché lo avevano interrotto aggiunse: «Lo troverete in una greppia di animali».

Per quanto povera, ogni famiglia riusciva a intrecciare dei giunchi per fare un cesto o alcune assi per una culla per i figli che nascevano… ma una greppia? Non era ancora capitato di vedere situazioni come questa! Forse lo tengono nascosto? E mentre scambiavano queste considerazioni, a cui l’angelo non ribatté, la luce tutto intorno aumentò e non sembrava più solo ma con lui c’era una moltitudine e si sentì come una musica e un coro simili a quelli che gli ebrei cantano in occasione delle loro feste.

L’angelo si confuse insieme agli altri e la luce piano piano scomparve. Il buio era ritornato ad avvolgere tutto, la luce del fuoco ricomparve sonnacchiosa e calda come prima e i pastori iniziarono a pensare che forse non si era trattato di una allucinazione. Era davvero una notizia sensazionale quella che era stata data loro. E  sentivano qualcosa muoversi dentro di loro anche se non sapevano come definirla. Avrebbero incontrato in città il loro salvatore…non avrebbero più avuto bisogno di nascondersi, di essere invisibili, di vergognarsi della loro condizione. Magari avrebbero continuato a fare i pastori, in fondo era quello che sapevano fare, ma senza sentirsi in colpa, estromessi, lontani da Dio e da tutte le cose che lo riguardavano.

Questo riaccendeva calore, speranza, fiducia dentro di loro: incominciava a cadere la convinzione di essere quelli condannati per sempre, dalla vita, dagli uomini e da Dio. Furono presi da un istintivo desiderio di abbracciarsi. Questa era gioia, questo era l’inizio della loro liberazione!

L’angelo anche se già lontano avvertì che questa volta le sue parole non erano ritornate a lui come sassi che gli avevano lanciato dietro, e una forte emozione gli salì fino alla gola. Aveva fatto felici dei poveri disgraziati che da ora non sarebbero più stati tali.

Rispondi