Gli affari sono affari
Gli affari vanno finalmente a gonfie vele qui a Betlemme. Quei dannati romani per una volta ne hanno fatta una giusta! Certo, il censimento non è un bell’affare dal punto di vista politico, è il sigillo della nostra sottomissione all’impero e della nostra libertà violata. È lì a ricordarci, se mai ce ne dimenticassimo, che il potere non è in mano nostra, che non possiamo decidere noi le sorti del nostro popolo. Maledizione!
Ma se tralasciamo questi dettagli e guardiamo al portafoglio… beh, questa è un’occasione più unica che rara. Mai vista tanta gente a Betlemme da decenni a questa parte. Finalmente si può guadagnare qualche soldino in più, si tira il fiato, almeno per un po’. Potrò finalmente comprare un regalo a mia moglie e alle mie figlie e, perché no, concedermi qualche sfizio che mi sono negato fino ad ora.
Questa stamberga che sembrava ormai destinata ad accogliere solo topi e ragni operosi nel tessere ragnatele, ha ripreso vita e vigore. Appena ho saputo del censimento, ho pensato subito a risistemarla, a fare qualche lavoretto per ricavare un paio di stanze in più da affittare. E gli eventi mi stanno dando ragione! C’è sempre un bel pienone, questo viavai di gente che viene a registrarsi è oro colato. Vorrei non finisse mai, nonostante la stanchezza si faccia sentire! Faccio soldi a palate!
Ecco, vedo proprio ora una giovane coppia in arrivo… chissà da dove vengono! Che importa, l’importante è che si fermino alla mia locanda! Due clienti in più non si rifiutano mai, anche se siamo quasi al completo! Ci si stringerà un po’! Ma…vedo bene? sembrano in difficoltà. Il volto della ragazza pare sofferente e quello dell’uomo che l’accompagna agitato. Mmh… sento puzza di guai, meglio che tirino diritto!
«Buonasera buon uomo. Io e la mia sposa abbiamo assoluto bisogno di trovare una stanza dove fermarci stanotte. Possiamo stare qui? Siamo disperati, non sappiamo più dove sbattere la testa. Ci accontentiamo di qualsiasi posto, basta che sia al riparo dal freddo e dai pericoli della notte».
Eccoli qui i guai! Per forza la ragazza ha l’aria sofferta…guarda che pancione! Tra poco saranno in tre, lei, lui e il suo figliolo! Dannazione! Questa non ci voleva proprio! Una donna urlante per i dolori del parto e un neonato che strilla non è il meglio che si possa offrire ai propri clienti.
«Per favore, facci entrare! Guarda che paghiamo. Siamo in difficoltà ma non siamo pezzenti. Ti prego, mia moglie non può partorire per strada… aiutaci!»
Aiutaci, dice lui! Come se fosse facile! La casa è piena, tutte le stanze sono occupate. Ce ne sarebbe una, devo ammetterlo, ma come faccio ad accogliere una coppia così, mentre lei sta per partorire! Insomma, io ho già tanti guai a cui pensare, ho la mia famiglia, i conti da far quadrare, la baracca da gestire. E poi non ho tempo da perdere, le cose da fare sono tante in questo alberghetto, mica posso mettermi a risolvere i problemi degli altri! Mi spiace tanto ma io questi non li voglio, non ho nessuna intenzione di scomodarmi e di imbarcarmi in un ’avventura così impegnativa. Vadano da un’altra parte! Ci sarà pure qualcuno disposto ad accoglierli, non sono l’unico locandiere di Betlemme! Perché dovrei farmene carico proprio io? Ci pensi qualcun altro, non tocca a me.
«Nemmeno uno stanzino, uno sgabuzzino? Davvero dobbiamo andarcene? Si metta una mano sul cuore».
La mano sul cuore non la metto proprio! Se apro a questi, tutti i disperati arriveranno qui. Ma questa è una locanda perbene, non può diventare il ricettacolo dei disgraziati. Come si fa ad aiutare tutti? Io faccio finta di non vederli, è la cosa migliore. Chiudo porte e finestre e buonanotte. Come dice il proverbio? Occhio non vede, cuore non duole. E io non ho visto proprio nessuno.