Gli occhi delusi dei parenti (Guardare don Vincenzo con … 18)
Don Vincenzo poté godere di una famiglia numerosa, tanti fratelli e tanti nipoti. Poiché al tempo la condizione economica di un parroco era considerata sicura e buona, frequentemente i familiari si rivolgevano al parente sacerdote per poter usufruire a loro volta di questa stabilità economica, soprattutto i nipoti che confidavano nello zio per affrontare i disagi e le incertezze del loro futuro.
Alcuni parenti di don Vincenzo si erano trovati in un tracollo finanziario importante ma, non senza dimostrare la loro delusione, hanno visto l’assenza totale dello zio dalle loro criticità. Don Vincenzo in una occasione in cui un familiare gli aveva sottolineato questa sua assenza, aveva spiegato che i suoi beni erano già destinati altrove. E lo hanno verificato quando, facendogli visita, alcuni nipoti hanno constatato l’essenzialità del suo stile di vita e si sono fatti una ragione della sua scelta nei loro confronti.
Nonostante il legame di parentela potesse consentirlo, non hanno mai visto in lui un gesto confidenziale, solo una parente anziana si rivolgeva a lui dandogli del tu. I più piccoli si avvicinavano pieni di soggezione per la sua austerità e riservatezza.
Don Ubaldo, nipote e coadiutore, lo apprezzò come familiare quando don Vincenzo si prese di cura di lui a motivo di una malattia importante e di una convalescenza lunga, ma per il resto lo vide come il suo superiore e si atteneva a tutte le sue indicazioni pastorali.
Quando don Vincenzo morì, i familiari furono convocati per il testamento ma, con loro grande sorpresa, constatarono che non lo aveva steso e, con più grande delusione, che non aveva denaro, meglio, che quel poco che aveva, era stato destinato alle missioni estere prima della loro convocazione. Si dovettero accontentare di qualche oggetto appartenuto a don Vincenzo, ma di poco valore e consumato dall’uso.
Non potevano negare di aver visto un uomo svuotato di tutto quello che poteva significare prestigio e sicurezza umana.