Quali «massime» Mons Bonomelli vede in don Vincenzo? (Guardare don Vincenzo con … 9)
Mons Bonomelli, appena entrato in diocesi, era preoccupato di portare alla luce la consistenza delle infiltrazioni giansenistiche e liberali per poterle smascherare, combattere ed eliminare, perché le considerava gli elementi che disgregavano l’unità della Chiesa.
Avendo tra i suoi obiettivi quello della riforma del clero, si era quindi proposto nelle visite pastorali di capire quanto i suoi presbiteri erano fedeli e addentro ai «principi della fede cattolica», ma anche a quanto erano vicini alle tendenze politico-religiose che esprimevano fedeltà al papa e resistenza alle leggi governative contrarie al papato e al suo esercizio.
Il Vescovo nel suo diario in margine alle visite pastorali, riassumeva questo atteggiamento nella parola «massime» e annotava via via di ogni sacerdote incontrato «retto di massime…, sicuro a massime…, ottimo per massime…, sospetto a massime…, buono a massime…, senza massime…, di massime poco sicure…, fermo nelle buone massime…, pessimo a massime…» e di Vincenzo Grossi scrisse: «di massime eccellenti».
Nel contesto della attuazione della Riforma, il vescovo Bonomelli vide in don Vincenzo un prete in sintonia con la direttiva offerta, consonanza di idee, e in particolare allineato nel «sentire cum ecclesia» molto romano.
Può avere ancora spazio la considerazione che tra i due potesse esserci incomprensione?
Forse può essersi verificata una dissonanza su come intendere la fedeltà alla Chiesa. Don Vincenzo arroccato nella fedeltà sine glossa alle direttive pontificie, senza fare distinzione tra Chiesa mistero e chiesa istituzione, e Mons Bonomelli che nella fedeltà alla Chiesa cercava uno spazio per un rapporto di condiscendenza con lo Stato.
Il Vescovo ha visto in don Vincenzo un prete che in ogni modo voleva tenersi fuori dalle polemiche del tempo storico perché prevaleva in lui la scelta pastorale. E proprio a partire da questo orientamento «pastorale» lo avrebbe scelto per una missione, quella a Vicobellignano, impegnativa non solo sul versante della ortodossia della dottrina ma soprattutto della unità.