Ricordando don Olivo Dragoni
La sera del 19 giugno u. sc. don Olivo Dragoni ha concluso il suo itinerario terreno. Vogliamo ricordarlo in queste pagine del Blog per la sua testimonianza e vicinanza al nostro Istituto e per l’esempio luminoso di «missionario» autentico, pur costretto su una sedia a rotelle.
Non si può separare la persona di don Olivo dalla missione ad gentes in America Latina. Eppure la sua vita e la sua opera non sono legate a nessuna località del grande continente sudamericano. L’ha percorso da nord a sud, da est a ovest per visitare i sacerdoti fidei donum italiani. La malattia che lo ha colpito in età relativamente giovane sembra che abbia avuto il potere di accendere maggiormente il suo spirito missionario e allargare le sue relazioni. Il suo sorriso, la sua parola confidenziale, lo sdrammatizzare il limite imposto dalla malattia erano il veicolo della sua sapienza e della sua spiritualità.
Don Olivo è stato cappellano nella nostra Casa Madre a Lodi per un numero significativo di anni. Le sue omelie domenicali immancabilmente riuscivano a creare un legame tra il tema del Vangelo e un evento successo nel mondo durante la settimana, non necessariamente da prima pagina di giornale, ma importante per i popoli, i paesi coinvolti. Si è missionari prima nella mente, poi nel cuore e solo allora lo si può essere andando fuori dalla propria patria.
A quanti partivano per la missione ad gentes non faceva mancare il suo interessamento, la sua vicinanza affettiva, ma soprattutto i suoi consigli, che non si trovavano in alcun manuale, ma molto preziosi perché maturati nel tempo e nell’esperienza, grazie ai numerosissimi contatti. E andavano dalla necessità di portarsi pochi bagagli alla raccomandazione a non avere l’atteggiamento del benefattore, né del depositario della verità.
Don Olivo ha vissuto il suo servizio alla missione ad gentes, un po’ come santa Teresa di Lisieux, carmelitana e patrona universale delle missioni. Lui bloccato dalla malattia, lei dalla clausura…hanno visto nel limite fisico non un impedimento ma una opportunità che la grazia di Dio e la loro disponibilità ha reso feconda.