Sacerdote «in aeternum»

Ricorre oggi l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di san Vincenzo Grossi avvenuta il 22 maggio del 1869. La ricordiamo perché chi è sacerdote, lo è «in aeternum».

Le biografie di don Vincenzo Grossi pongono l’accento preferibilmente sul suo ministero, a scapito di altri aspetti che rimangono più in ombra.

Quale considerazione, ad esempio, dava don Vincenzo alla recita giornaliera del Breviario? Se tra i suoi ricordi ci fosse il suo breviario, l’usura avrebbe potuto aiutare a trovare una risposta a questo interrogativo…

Ma in uno dei suoi scritti, tra i più significativi, la Conferenza sul Sacerdozio, è lui stesso che ne parla.

Spiega che l’Ufficio divino è una delle funzioni principali del sacerdote, e l’enfasi con cui la illustra può far ritenere che egli vi si sia dedicato con la stessa cura che ha riservato al ministero.

Don Vincenzo parte da un premessa che ritiene un fondamento: «I preti devono fare sulla terra tutto ciò che fa Gesù Cristo in cielo, a favore della Chiesa.

E poiché una delle funzioni capitali di Gesù Cristo è di pregare per ottenerle lo Spirito Santo, questa è anche una delle grandi funzioni dei Preti».

Essi la attuano attraverso la preghiera dell’Ufficio divino.

Continua, infatti, don Vincenzo: «Il prete entra, attraverso questa preghiera, nello Spirito di Gesù Cristo e nell’estensione del suo ministero, prega per la Chiesa, affinché non venga meno nelle sue languidezze e distrazioni qui in terra».

Per questo prosegue: «Nella Chiesa Gesù Cristo sceglie i Preti perché esprimano in mezzo ai cristiani il suo cuore ed il suo spirito, e come Egli in terra era in una continua interna lode, così i Preti, devono essere continuamente applicati alle sue lodi».

La recita del Breviario nelle diverse ore del giorno, è allora il modo per dare voce «alle preghiere interne di Gesù Cristo e alle disposizioni della sua anima».

Attualmente la Liturgia delle Ore non è esclusiva dei Sacerdoti, ma è la preghiera della Chiesa e del popolo di Dio.

Anche a noi, christifideles laici, pertanto, è data la funzione, in nome e in forza del sacerdozio comune, di esprimere ed estendere, attraverso la preghiera dei Salmi, «il cuore e lo spirito di Gesù, di pregare per la Chiesa e di ottenerle lo Spirito Santo».

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