Armida Barelli: nel cuore la gioventù femminile!
Armida Barelli, proclamata beata oggi, 30 aprile 2022, nel Duomo di Milano, evoca soprattutto l’Azione Cattolica Femminile.
Ma la sua è stata una figura di donna singolare per i tempi in cui è vissuta e per la traccia che ha lasciato non solo nella Chiesa ma anche nella cultura a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento.
Se il suo nome è legato più diffusamente all’Azione Cattolica, l’opera nella quale ha dato il meglio di sé è stata la fondazione della Università Cattolica in stretta collaborazione con padre Agostino Gemelli.
Armida Barelli, in tempi difficili come quelli della prima metà del 1900, ha concretizzato una nuova modalità di apostolato laicale e femminile, modalità che ha rischiato di turbare l’ordine della Chiesa, in un tempo in cui la donna o era suora o era sposa e madre.
È riuscita, in questo modo, a trasformare in realtà concreta e feconda a servizio della Chiesa e del Paese, il sogno di generazioni di donne italiane che hanno avuto il coraggio di uscire dalle mura domestiche, e di assumere ruoli da protagoniste nella vita ecclesiale e sociale.
A lei si è rivolto nel 1918 prima il cardinal Ferrari per dare vita nelle parrocchie della diocesi di Milano alla Gioventù Femminile di Azione Cattolica, e poi, visti i risultati ottenuti, lo stesso Benedetto XV le ha chiesto di estenderlo in tutte le diocesi italiane. Compito che Armida Barelli ha assunto non senza fatica, dovendo superare qualche resistenza di vescovi e parroci, che consideravano esclusivo compito del clero ogni iniziativa formativa a favore della gioventù.
Nel Sacro Cuore trovò la ragione della sua vita, nella spiritualità francescana l’ispirazione al servizio gratuito, e, nell’istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo, la sua famiglia. Dinamismo e grande interiorità, appoggiate da una forte sensibilità e da un carattere determinato, espressioni particolari del «genio femminile», che non è mai mancato e che non verrà meno in nessun tempo e in nessuna società.