Come vuoi tu! (I quaresimali di don V. Grossi – 1)

Riprendiamo, riportandoli testualmente, alcuni scritti di san Vincenzo Grossi, preparati per il tempo di Quaresima e proposti ai suoi fedeli di Regona nei 5 venerdì di Quaresima del 1875. Li introduciamo con le sue stesse parole:

«S. Bernardo diceva nei suoi sermoni: “Come potrei dimenticare ciò che ha fatto Gesù Cristo per me? E quali frutti mi produce la meditazione dei suoi dolori! Ho sempre in bocca la passione di Gesù, come l’ho nel cuore!” Così faceva S. Bernardo. Così facciamo anche noi in questo tempo».

Contempliamo Gesù che prega nell’Orto e che accetta con piena sottomissione il calice della passione e morte: «Non come voglio io, ma come vuoi tu». Ci soffermiamo su questo punto, ed a nostra edificazione, impariamo a conformarci alla volontà di Dio. La sottomissione alla volontà di Dio richiede due cose:

  • che si voglia ciò che vuole Dio;
  • che si faccia poi quello che Dio vuole che noi facciamo.

Così ci ha insegnato Gesù Cristo.

Volere quello che Dio vuole. Che fa Gesù Cristo nell’orto degli ulivi? Prega, prega tre volte, prega tre ore… Ed in questa orazione triplicata, così lunga, cosa domanda? Una sola cosa: «Padre mio, non come voglio io, ma come vuoi tu». Preferisce la volontà del Padre a tutto, ha cercato di compierla per trentatré anni e cercherà di esservi fedele  fino alla morte.

La natura si oppone, gli fa gridare: «Si allontani da me questo calice». La sua fedeltà, però, vince la ritrosia del patire, ed esclama: «Tuttavia…». Quando Gesù si sottomette? Quando sembra che il Padre si sia ritirato da lui. Quando gli Apostoli dormivano…

Bisogna esser sottomessi alla volontà di Dio sempre, non cercando le consolazioni del mondo, ma ai piedi dell’altare. Bisogna conformarci alla volontà di Dio non solo nella quiete, ma pure nei momenti del combattimento spirituale. Tutti sanno servir Dio quando vi si sentono inclinati, quando non costa fatica; ma è necessario far quello che vuole da noi nei momenti difficili, nelle tentazioni, nei pericoli, nelle seduzioni del mondo.

Fare quello che vuole che facciamo. Gesù si era assoggettato pienamente alla volontà del Padre. Ma ora la sola idea di morire l’aveva gettato in una indicibile costernazione. Aveva cercato sostegno e consolazione dagli Apostoli quasi avesse bisogno di loro. A quel punto c’era da aspettarsi che non si sarebbe consegnato in mano ai suoi nemici, che sarebbe fuggito al primo sentire che si avvicinavano per arrestarlo…

Quale cambiamento è avvenuto invece in Gesù? Venuto il tempo di portare a compimento ciò che voleva suo Padre, si dissipa ogni timore, si avvicina ai suoi Apostoli e non dice più «vegliate», ma al contrario: «Dormite, riposatevi pure», adesso i nemici sono vicini, bisogna andare loro incontro. Non si ritira più in disparte, ma precede gli Apostoli. È così tranquillo che non pensa a sé ma ai suoi Apostoli raccomandando che vengano «lasciati liberi» e rimprovera Pietro, che sta mettendo un ostacolo al suo arresto, al compimento della volontà del Padre.

Gesù ci insegna a fare quello che Dio vuole si faccia da noi. È volontà di Dio che noi adempiamo i doveri del nostro stato, è volontà di Dio santificar la festa, l’ubbidire ai nostri superiori, conservare la castità secondo il nostro stato, far penitenza secondo le nostre forze. È volontà di Dio fuggire i pericoli, l’odiare il mondo, le sue massime, le vanità del secolo.

Esaminiamoci bene. E non contentiamoci di dire ogni giorno «fiat voluntas tua…». A che cosa serve ciò se non adempiamo questa volontà di Dio?

 

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