Guardiamo al passato con gratitudine
Prima di procedere nel «guardare al passato», siamo richiamate al presente per il lutto improvviso, di questi giorni, che ha colpito la nostra famiglia religiosa e in particolare la comunità di Caseros con la morte di suor Victoria Gonzalez. Qualche mese fa abbiamo accolto sul blog una bella testimonianza in cui suor Victoria ci raccontava del suo incontro con le Figlie dell’Oratorio e come ha maturato la decisione di farne parte (qui). A Lei il nostro affettuoso e grato ricordo, che si fa preghiera!
Sottolineiamo ogni anno la data del 31 gennaio perché è un momento imprescindibile della storia del nostro Istituto: l’inizio ufficiale (1966) della missione ad gentes.
Oggi, guardiamo al passato, ai 56 anni di presenza in America Latina, e lo vogliamo fare con un grande spirito di gratitudine, e non per consolarci, ricordando i bei tempi, nè per riattizzare un fuoco che sta attenuandosi.
Faremo quindi una carrellata di nomi, persone e luoghi perchè rivivano nel ricordo di chi li ha conosciuti o almeno sentiti nominare, o si accendano nella mente di quante non sono state contemporanee ai fatti. Sono persone e luoghi che, poco o tanto, in modo evidente o nascosto, a lungo o per brevi periodi, hanno sparso Vita o sono stati «luoghi» di Vita.
Apre la fila il vescovo di San Martin (Buenos Aires-Argentina) Mons Menendez che, mentre partecipava al Concilio Vaticano II, ha sollecitato la presenza di istituti religiosi femminili italiani nella sua diocesi.
Segue immediatamente suor Ines Bergonzini, superiora generale in quegli anni, la quale, considerando maturi i tempi per l’Istituto, ha avviato una intesa di stretta collaborazione missionaria con il Vescovo di San Martin. Suor Maria Storari, suor Carmela Di Lorenzo, suor Giuseppina Gnocchi, suor Gemma Ferrari sono state le pioniere, partendo proprio il 31 gennaio del 1966.
Ciudadela, popoloso quartiere del gran Buenos Aires, è stata la residenza della prima comunità.
Ma se il «fuoco» viene alimentato, per sua natura si espande, e poiché di fatto veniva alimentato, a ruota negli anni appena successivi sono partite altre suore dall’Italia: suor Carla Traballi, suor Lina Spaltro, quindi suor Maria Lo Fiego, suor Rosa Mazzone, suor Grazia Quaranta, suor Virginia Carafoli, suor Vittoria Ligabue, suor Maria Cesareo, suor Anna Oppici, suor Rina Amaini, suor Maria Patruno, suor Anna Bortolomasi. Sono state le suore dei tempi della diaspora…, del missionare, dell’incontro con le prime vocazioni autoctone. Chi per pochi anni, chi per molti, chi con il sacrificio della propria vita per un incidente stradale prima di arrivare in comunità (Sr Maria Lo Fiego), ognuna ha vissuto pagine di vangelo secondo il carisma del nostro Istituto.
Caseros (Buenos Aires), Monte Coman (Mendoza), Villa del Dique (Cordova), la Guarderia presso Caseros, sono le successive comunità. Alle suore autoctone che nel frattempo si erano aggiunte, suor Stella Maris Rodriguez, suor Dolores Gonzalez Arias, suor Ana Rosa Diaz, suor Evelia Gonzales, suor Victoria Gonzales Arias, suor Lelia Isasmendi, suor Carmen Rosa Daffara, suor Mercedes Funes, suor Maria Esther Quintana, suor Yeni Luz Lozano, suor Maria del Carmen Encinas, suor Carmen Àlvarez, suor Aurelia Rojas, suor Patricia Estevez, suor Clelia Bronzone, suor Gloria Monzòn, suor Rosa Puntano, suor Mabel Caliva, suor Susanna Banegas, suor Sara Ochoa, suor Nora Soria, su su fino a suor Beatrice Vezzaro, Suor Roxana Castro, suor Gabriela Rios, si sono aggiunti successivi arrivi dall’Italia: suor Giuseppina Gambaretti, suor Anna Maria Gambaretti, suor Mariarosa Geroni e quando siamo andate in Ecuador, sono arrivate a ingrossare le fila, che nel frattempo per naturale riduzione si erano assottigliate, suor Giuseppina Sgariboldi, suor Margherita Cortinovis, suor Luigina Ghizzinardi, suor Daniela Contarin, suor Felicita Mariani, suor Roberta Bassanelli, suor Caterina Margini, e ultima, almeno fino ad oggi, suor Federica Tassi.
Sono state chiuse le case di Ciudadela, Villa del Dique, Monte Coman e aperte nuove nelle località di Dolavon (Patagonia), quindi 9 de Julio ( Argentina), Pajan (Ecuador), Carcelen Bajo ( Quito-Ecuador).
Un ricordo particolare va dedicato anche ai Vescovi che hanno sollecitato, caldeggiato, valorizzato la presenza delle nostre comunità nelle loro chiese locali: oltre a Mons Menendez, i vescovi Mons Kruk, Mons Primatesta, Mons Ronchino, Mons Ruiz, Mons De Elizalde, Mons Zumàrraga e tutti i loro successori, come pure i sacerdoti e frati, in particolare i frati minori della provincia di Assisi, missionari a Ciudadela, e gli altri troppi per essere nominati, con i quali abbiamo collaborato per il consolidamento della fede cristiana nelle comunità parrocchiali particolari.
Oggi il nostro grazie si fa preghiera per quanti hanno raggiunto Dio, vescovi, sacerdoti e suore, per quanti hanno fatto scelte alternative a quelle iniziali – ogni albero, pur nel rigoglio, perde alcune foglie! -, alle suore che sono rientrate in Italia, a quante sono tuttora presenti e operanti nelle comunità ad gentes, con un auspicio per tutto l’Istituto, quello di dare una valenza profetica alle parole di san Giovanni Paolo II: «Non avete solo una gloriosa storia da ricordare o da raccontare, ma una grande storia da costruire!» (VC, 110) anche nella missione ad gentes! Così sia.