Un grazie che vuole farsi impegno concreto (Sinodo 8)

 

«Quando fai un dono agli altri
non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra
e non affaticarti a ricordare il bene fatto.
Ma quando ricevi un dono non dimenticarlo
e cerca di essere grato verso chi ti ha fatto del bene».

Con questa frase di Enzo Bianchi vogliamo esprimere la nostra gratitudine nei confronti dei ragazzi e delle ragazze che, con disponibilità e apertura di cuore, hanno raccontato e condiviso parte di quello che hanno provato e vissuto nella prima tappa del percorso «Giovani & vescovi». Le vostre parole, cari ragazzi, in qualche modo ci hanno fatto del bene, sono state occasione per accorgerci che il punto di vista degli adulti non è l’unico nella chiesa, che i giovani non possono e non devono essere guardati come le forze fresche da ingaggiare per portare avanti «le cose di sempre» e con «le modalità di sempre». Ci sono sguardi nuovi sulla realtà, nuovi approcci ad essa, nuove parole da ascoltare, nuove incognite e nuove opportunità che la gioventù porta con sé e che sa affrontare con mezzi e strumenti diversi da quelli a cui gli adulti sono avvezzi. 

La nostra gratitudine allora vuole andare più in là di un indispensabile grazie detto a parole. Il 6 novembre scorso, cari giovani, avete presentato le vostre proposte ai vescovi lombardi. Anche noi, come loro, vogliamo lasciar spazio alla novità non solo delle vostre idee, ma innanzitutto di quello che siete. Vogliamo impegnarci a non ingabbiarvi nei nostri schemi, a lasciarvi lo spazio che vi spetta, non per gentile concessione ma di diritto, spazio che però troppo spesso occupiamo noi, certo in buona fede, ma pur sempre sottraendovelo.

Questo tempo di sinodalità possa essere per tutti occasione per decentrarsi e fare posto alle novità che lo Spirito santo indica alla Chiesa anche attraverso il mondo giovanile. E possa essere questo il nostro grazie più autentico!

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