La pietà (Una parola… 27)
La pietà non è avere compassione di qualcuno, ma indica la nostra appartenenza a Dio e il nostro legame profondo con Lui, un legame che dà senso a tutta la nostra vita e che ci mantiene saldi, in comunione con Lui.
Scrive san Vincenzo Grossi: «Per causa della tendenza al naturalismo, che è il difetto dominante del nostro secolo, insistiamo qui sul carattere fondamentale che deve avere la nostra pietà per essere vera, per piacere a Dio: essa deve essere cristiana, cioè non deve avere altro principio che Gesù Cristo, altro mezzo che Gesù Cristo, altro fine che Gesù Cristo. Noi siamo cristiani e non deisti; il nostro Dio è Gesù Cristo, il Figlio di Maria, il Verbo incarnato, nel quale solo troviamo il Padre e lo Spirito Santo. Dunque ogni giorno andiamo a Dio per Gesù Cristo e che ciò sia il carattere essenziale della nostra pietà».
Questo legame col Signore non va inteso come un dovere o un’imposizione. È un legame che viene da dentro. Si tratta di «una relazione vissuta col cuore. Per questo, la pietà suscita in noi innanzitutto la gratitudine e la lode. È questo infatti il motivo e il senso più autentico del nostro culto e della nostra adorazione» suggerisce papa Francesco.
Pietà, dunque, è sinonimo di autentico spirito religioso, di confidenza filiale con Dio, di quella capacità di pregarlo con amore e semplicità che è propria delle persone umili di cuore.