Gusto per la lettura (Una parola… 24)
La tradizione vuole che la porta della prima biblioteca al mondo fondata a Tebe recasse la scritta «Medicina per l’anima». Che si tratti di leggenda o meno, non importa sta di fatto che la lettura può portare numerosi benefici.
Lo conferma san Vincenzo Grossi scrivendo che con la lettura «si acquistano delle cognizioni, le quali sono sempre di incalcolabile importanza. Non parlo d’erudizione, che troppo inaridisce il cuore; gli eruditi sono difficilmente guidati alla perfezione. Parlo di scienza. Non è cosa facile riflettere adeguatamente da noi soli anche sulle cose più ovvie: la lettura ce le suggerisce. Essa accresce luce dentro e fuori di noi».
E prosegue:
«Gli antichi maestri chiamavano la lettura olio per la lampada della preghiera, un aiuto per vincere l’oziosità pomeridiana, un presidio contro il demonio che popola la mente sfaccendata con pensieri che l’allontanano da Dio.
La lettura, per la semplice ragione che ci toglie la grettezza di mente, rende meno banale e limitata la conversazione fornendo argomenti ricchi ed utili.
La stessa bontà quando appartiene ad una mente gretta è una sventura per gli altri e pel bene. La lettura, allargando le menti, salva dalla grettezza e da altri malanni!»
La lettura, purtroppo, è una delle buone pratiche che si stanno sempre più diluendo nella società moderna, in particolare per il nuovo modo di fruire dell’informazione che caratterizza ogni nostro gesto quotidiano, invadendoci come un’alta marea.
La lettura, nutrendosi di lentezza, ci riconsegna alla saggezza della realtà e a noi stessi.