Vita di fede (Una parola… 1)
Sfondando un pochino il mistero che avvolge la nostra vita, ci scopriamo pieni dello Spirito di Gesù.
I cristiani, per dire che vivono in questa esperienza, usano una parola, la «fede», e non aggiungono nemmeno l’aggettivo «cristiana». La fede è vivere l’esistenza in relazione con Dio.
Ma, in che modo vivere di fede non è percepito neppure dai cristiani. San Vincenzo Grossi ci viene in aiuto per capirne la ragione. Dice, infatti: «Possedere la fede e vivere di fede non si possono confondere insieme. Aver fede non è lo stesso che vivere di fede. La differenza che passa fra queste due condizioni di vita è simile a quella che passerebbe tra due semi di grano, uno seminato nella cenere, l’altro in terreno adeguato. Nel peso, nella forma, nella sostanza sono due granelli in tutto simili. Eppure l’uno non germina nemmeno, e l’altro dà frutto al centuplo. È lo stesso per chi crede ma per lui la fede è lontana, è una teoria astratta e nulla più».
La fede spesso è relegata ad alcuni ambiti o è considerata una specie di aggiunta all’esistenza quotidiana. La vita di fede, invece, è l’esistenza concreta e quotidiana, e la storia profana è il luogo dove si affaccia l’avventura salvifica dell’amore di Dio.
Continua san Vincenzo Grossi: «Per san Vincenzo de Paoli la vita di fede era l’anima della sua anima. Tutto in lui incominciava, continuava e si compiva dietro la guida della fede. La fede era la sua falsariga».
Cosa significa, allora, in concreto «vivere di fede»? «Avere la capacità di uno sguardo complessivo e globale, che corre da quello che si vede a quello che non si vede. L’alternativa è molto seria: o comprendere le cose solo alla luce di quello che riusciamo a decifrare oppure riconoscere che la loro verità è più profonda e sono pervase dal mistero di una Presenza. Vivere nella fede è rinunciare ad abitare noi stessi in un geloso possesso, per lasciarci abitare da Dio». (Riccardo Tonelli)