Sacro Cuore di Gesù: devozione o vita?

Fin dagli inizi la «devozione al cuore di Gesù» sviluppò, come intrinseca, la spiritualità riparatrice che col tempo però, per una carenza  di visione teologica, è divenuta marginale. Oggi, il risveglio in ogni cristiano, della coscienza sacerdotale fondata sul battesimo ed espressa, principalmente nella partecipazione all’oblazione di Cristo, può aiutare a ridare significato e valenza alle devozioni dimenticate o trascurate, affinché da «pie pratiche» diventino vita.

Da quasi duecento anni è presente tra i fedeli una pratica universale, comunemente conosciuta come Apostolato della Preghiera (AdP), nata dalla spiritualità del Cuore di Gesù allo scopo di aiutare tutti i membri a vivere nello spirito del sacerdozio comune dei fedeli. La sua espressione più nota è l’offerta quotidiana che inizia con le parole  «Cuore divino di Gesù…».

Da tempo questa preghiera è entrata a far parte in modo integrante della nostra preghiera comunitaria del mattino, e ingloba l’offerta  quotidiana che fin dagli inizi del nostro Istituto di Figlie dell’Oratorio esprimeva, anche senza formule comuni, la nostra spiritualità,  con una connotazione specifica, a favore cioè della santità dei sacerdoti e della Chiesa.

Tale offerta non è una semplice formula né una disposizione mentale, bensì prende tutta la persona nel suo contesto esistenziale e ne valorizza, permeandola di sacralità perché unita a Cristo e al suo Sacrificio, l’intera sua vita e la sua realtà.

L’offerta quotidiana della giornata e di come ognuna di noi è chiamata dalle circostanze a viverla, in unione con l’offerta eucaristica che Gesù fa di sé, diventa uno strumento molto semplice e molto efficace per mettere in pratica quanto dice san Paolo nella Lettera ai Romani: «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale» (Rm 12,1). Dove il corpo è considerato una unità nella fisicità, relazionalità  e spiritualità, con tutte le sue possibili espressioni.

Brevi cenni delle origini dell’apostolato della preghiera

L’Apostolato della preghiera, in stretta connessione con la devozione al Sacro Cuore, è nato in Francia, nel 1844 in una casa di giovani religiosi e studenti gesuiti, come «mezzo per esercitare il loro zelo, unendosi all’apostolato molto nascosto, ma molto efficace del Cuore di Gesù, che salva il mondo nel nascondimento del tabernacolo». In seguito il gesuita Ramière sintetizzò in una dottrina e prassi questa intuizione definita l’Apostolato del Sacro Cuore o Apostolato della Preghiera. Dal 1861 venne pubblicato il periodico «Messaggero del Sacro Cuore di Gesù» che si diffuse ben presto in tutto il mondo. Pio IX nel 1866 approvò questo movimento e definì «L’Apostolato della Preghiera una santa lega di zelo e di preghiera». Grazie all’opera dell’ordine dei Barnabiti, in particolare nella persona del padre Antonio Maresca che venne nominato direttore per l’Italia, dalla vicina Francia si diffuse anche in Italia. I padri Barnabiti portarono avanti l’opera dell’AdP con molta dedizione fino al 1917 anno in cui tutto fu trasferito all’ordine dei Gesuiti . Oggi è divenuta una vera e propria Rete Mondiale di Preghiera del Papa.

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