È possibile evangelizzare in rete? Una sfida accolta da suor Daniela Sanguigni
Riassumere una tesi in un post è come voler versare il mare in una conchiglia! Ma poiché il gioco impossibile sempre si trasforma in sfida, raccogliamo almeno alcune suggestioni, quelle che neppure il senso dell’infattibile può silenziare.
Ciò che richiama da subito l’attenzione nella tesi per la Licenza in Educazione e Religione – Facoltà di Scienze dell’Educazione, conseguita da suor Daniela Sanguigni all’Università Pontificia Salesianum, è l’attualità dell’argomento: Relazione tra evangelizzazione e ambiente digitale.
È una novità per tutte noi che poco o tanto ci siamo dedicate alla catechesi secondo la classica modalità della comunicazione frontale relatore-uditori. Il mondo digitale, ci diciamo da sempre, è un mondo virtuale e, nel nostro pensiero un po’ agèe, rischia di essere sinonimo di immaginario!
Dalla comunicazione attraverso il mondo digitale, però, non possiamo prescindere anche se quella cristiana è la religione del Libro. È gioco forza, allora, per servire la Parola di Dio o per evangelizzare, utilizzare i mezzi comuni oggi a miliardi di persone e grazie ai quali essi interagiscono tra loro senza limiti di tempo e di spazio. Dio stesso nel suo dialogo con l’umanità ha usato molteplici linguaggi adattandosi via via agli uditori: ha iniziato con un soffio di alito, poi l’immagine dell’albero dal frutto proibito, e via via è passato al diluvio, alla confusione delle lingue, alle piaghe, al fuoco, alla nube, ai profeti…, fino agli ultimi tempi, ultimi perché più vicini a noi, in cui «ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Ebrei 1,2).
Interessante la preghiera richiamata nella presentazione della tesi nella quale parafrasando la più famosa «Dio non ha mani…ha solo le tue mani…» si dice che Cristo non ha una presenza online ma la mia, non ha blog o facebook, ma il mio blog, il mio facebook, i miei tweets, i miei post sono il luogo attraverso cui egli continua a raggiungere ogni uomo.
La novità assoluta di questa ricerca e studio fatta su una pagina dì facebook «Parole di vita – Una parola al giorno» è di sostenere la dimensione socio-relazionale e partecipativa della comunicazione digitale. Può sembrare una contraddizione, ma suor Daniela nell’analisi dei dati raccolti ha verificato lo sviluppo di una rete di ascolto e di condivisione. L’argomento della evangelizzazione digitale non è sulla scia del mordi e fuggi, del frenetico trasformarsi: mentre è un servizio alla Parola, intende essere una educazione alla fede informativa e formativa. Non cambiano i temi, ma si trasforma il linguaggio che diventa comprensibile, alla portata universale. Il «mi piace», potrebbe essere letto non come l’espressione di una emozione estetica transitoria, o come una approvazione del momento, meno ancora come una apparizione digitale, ma come una risonanza, che segue un incontro vero con la Parola, che consente di appropriarsi dei contenuti e di condividerli
La Chiesa, conclude suor Daniela, è chiamata ad abitare la piazza digitale, a parlare linguaggi nuovi, a occupare questi spazi densi di umanità in una logica non verticistica, bensì promuovendo interattività e coinvolgimento. La comunicazione digitale è, infatti, una nuova forma di prossimità.
Esserci nella rete con consapevolezza ed intenzionalità, con disponibilità e reciprocità… Ma occorre essere credibili e questo lo si diventa pianificando, verificando, monitorando, perché la rete non si riduca ad una grande vetrina, fosse anche per mettere in «esposizione» la Parola di Dio.
Ringraziamo suor Daniela per questo lavoro che auspichiamo non rimanga un testo da biblioteca. La sua ricerca possa segnare l’ingresso anche per le nostre comunità in una nuova prassi di evangelizzazione, coinvolga molte di noi, non solo come fruitrici, ma anche come promotrici, fino a costituire una rete attraverso cui continui a passare l’ispirazione iniziale del nostro Istituto: «Non lasciare intentato alcun mezzo per operare in mezzo alla gioventù tutto il bene possibile».