L’eccesso di amore!
Nel corso della cena pasquale, l’ultima con i dodici, Gesù compie alcuni gesti, e per due in particolare, dà un ordine molto circostanziato in riferimento al pane spezzato e al vino distribuito «per voi e per tutti», e alla lavanda dei piedi.
«Fate questo in memoria di me!»; «…Perché facciate come ho fatto io!»
«Fate!» Non chiede di comprendere questi due gesti, né di ricordarli con sentimenti di gratitudine ogni volta che penseranno a Lui, ordina loro di «farli».
E noi abbiamo inventato i riti, prima semplici, spontanei, molto coinvolgenti, poi rubricizzati, e l’attenzione alla forma piano piano si è allontanata dal contenuto, dal significato, dal perché li facevamo.
«In memoria di me» e il «come ho fatto io» oltre ad essere un comando di Gesù, dato nel corso dell’ultima cena, danno la misura, il riferimento cioè l’«eccesso di amore», un eccesso che passa attraverso dei segni quotidiani umili, anzi umilissimi: pane e vino, piedi da lavare.
«In memoria di me», «Come ho fatto io»… spiegano che le «indicazioni da seguire» sono la fedeltà di Gesù fino al dono della vita, fino a rinunciare a qualsiasi privilegio, anche quello di essere maestro per essere servo.
Il comandamento di Gesù non chiede l’impossibile.
Ognuno lo compirà nella propria situazione, con le proprie risorse, secondo la propria vocazione, sostenuto e illuminato dalla memoria di quello che Lui ha compiuto, fino alla fine!