Cristo re dell’universo!
Cristo re dell’universo!
Lui, venuto come se non fosse venuto…almeno per cinque miliardi e mezzo di persone.
Dov’è il suo regno… universale?
Oggi cambia il linguaggio ma il senso è il medesimo, lo svilimento della sua Persona come duemila anni fa: un perdente, un debole!
“Ha salvato gli altri e non pensa a salvare se stesso”, grida il pubblico che assiste alla sua esecuzione.
“Non ha fatto nulla di male”, dice di lui il malfattore al suo fianco, vero…ma tace sul fatto che è passato beneficando tutti. Ma si sa, ognuno legge gli altri a partire da sé!
Uno squarcio, però, si apre in mezzo a quella oscura coltre di tenebre.
Gesù, questo sedicente re, non chiede sacrifici all’uomo, si sacrifica lui per l’uomo: è un re, unico nel suo genere! E’ la novità assoluta.
Un avanzo di galera la scopre, negli ultimi minuti a sua disposizione. In una manciata di secondi intravede in Gesù un regno nuovo per il quale mette avanti una singolare «raccomandazione» per sé: ricordati di me.
Pilato, i soldati, la folla, i sacerdoti negano in Gesù alcun indizio di regalità: ognuno ha la propria cecità, i propri schemi di bene e di male, di giusto e di sbagliato, dietro i quali si barrica.
Gesù non forza la mano, né accelera i tempi per essere riconosciuto: paga nella propria carne la verità che la fiducia non si acquista a colpi di scena.
Lui sa di essere il cuore del mondo e che tutti noi siamo ineluttabilmente in Lui, Mezzo universale di consistenza e di vita! (Theillard de Chardin)