Commemorazione dei Defunti in tempo di Covid

Questa commemorazione dei Defunti 2020 è segnata da una nota dolorosa che coinvolge non solo le singole persone colpite da lutti nella propria famiglia, ma l’umanità intera stremata sotto i colpi di una pandemia che tarda ad allentare e a spegnersi.

Già Martin Luther King diceva che «se senti suonare le campane da morto, è perché è morto un tuo fratello, qualcuno che ti appartiene», ed è un invito a vivere il lutto universale che ci sta colpendo, per i morti che diventano numeri e percentuali, attraverso i mezzi di informazione e per quanti per una disuguaglianza istituzionale, sicuramente sociale, non entrano in queste classifiche. Tutti ugualmente e sostanzialmente figli di Dio, tutti ontologicamente fratelli…

La Liturgia propone una preghiera per i de­funti, forse la più bella, con un verbo: «Ammettili a godere la luce del tuo volto». Godere, non è un ver­bo della fede, ma è un verbo umanissimo, perché Dio è una risposta non al no­stro bisogno di spiegazio­ni, che cerchiamo sempre con caparbia e incorreggibile insistenza, ma al nostro bisogno di felicità.

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