Pagine di vita, racconti di un’anima (48)
Ponteterra, 7 settembre 1900
Suor Maria è morta il 5 settembre. Sono venuta a Ponteterra e in ginocchio, di fianco alla sua bara, ho sentito un profondo sentimento di riconoscenza per il bene da lei ricevuto: la sua cordialità, la sua umiltà, ma soprattutto il suo interesse per ogni persona piccola o grande, ricca o povera, istruita o ignorante, praticante o con una vita disordinata moralmente. È stata la sorella di tutti, non per doti particolari ma esclusivamente perché faceva sentire tutti amati e stimati. Ha distribuito con abbondanza quello che a sua volta ha ricevuto, l’amore del Signore, e quando non ha più potuto renderlo visibile con i suoi gesti, ha continuato il suo apostolato con una sofferenza fisica indicibile e lunga, offerta a Dio come oblazione. Come vorrei trattenere questi suoi esempi come una eredità per me, imprimerli nel cuore e portarli con me come Eliseo ha fatto con il mantello di Elia.
Dopo il funerale di suor Maria, le suore più anziane si sono fermate a parlare del come e di chi avrebbe potuto sostituirla e hanno fatto il nome di qualcuna che per doti, virtù ed esperienza può essere la predestinata. Io ho ascoltato i loro discorsi, ma la mia tristezza è tale e tanta che mi porta a sentirmi estranea e sorda a quello che dicono. Ho preferito aiutare le suore della comunità a mettere a posto la casa magari ricorrendo all’aiuto dei miei familiari. Mentre lavoro mi viene spontaneo recitare una preghiera di abbandono totale alla volontà di Dio, di accettazione e di adesione amorosa a quanto il Signore vuole compiere in me.