Pagine di vita, racconti di un’anima (28)
Lodi, Natale 1898
Si sta avverando quello che aveva previsto il padre confessore. Tutto quello che faccio, ogni pensiero, ogni desiderio, ogni affetto, è inquinato da sentimenti di superbia, di vanità, di ambizione, ovviamente spirituali.
Il confessore mi aiuta a distinguere l’inganno in cui il nemico vuole farmi cadere. L’intento del demonio, infatti, è quello di portarmi o a guardare troppo me stessa o a vedermi tanto cattiva da non meritare che il disprezzo del Signore anziché il suo amore e la sua benevolenza.
Mi ripeto ogni giorno che il Signore reagisce al mio peccato con la misericordia, e in questo modo istillo nel mio cuore sentimenti di fiducia in Lui, a Lui che sa come sono, e che mi vuole bene così come sono, anche con l’animo in continuo sconvolgimento per la guerra che mi fa il nemico. Ora, però, la battaglia è passata dal versante della superbia a quello della affettività e della sensualità. Le passioni con le quali ho convissuto con serenità fino a qualche settimana fa, sono diventate tanto vive e intense da farmi sentire lontana dal Signore. A volte riesco a parlare di questa lotta con Taddea e mi rassicura dicendomi che se non lo voglio e non aderisco a quello che sento, non è infedeltà al Signore. Io vorrei poter amare il Signore con un amore puro e grande come quello dei santi. Però il più delle volte mi sento fredda, accasciata e confusa. Cerco di dissimulare questi miei stati d’animo perché le suore della comunità non li colgano. Il confessore mi raccomanda di essere gioiosamente aperta ad ogni premura e gesto di attenzione da parte loro e di Taddea come espressioni di vero amore. Al bisogno di un affetto umano riservato a me sola ed esclusivo, posso supplire con l’affetto fraterno della mia comunità e con l’amicizia di Taddea: non sono un surrogato ma sono complementari al cuore umano.
Spero che questa lotta che combatto soprattutto di notte e che mi tiene sveglia per ore, non comprometta la scuola. Mi succede anche durante le lezioni di essere distratta da immaginazioni contrarie alla mia consacrazione. Quando Taddea vede che sono con la testa lontana o nelle nuvole, si infastidisce perché non prendo appunti e, a una volta a casa, non so riferire di che cosa hanno parlato i professori a scuola.