Pagine di vita, racconti di un’anima (22)
Lodi, 6 febbraio 1898
In casa regna la pace, nonostante la diversità dei caratteri e di vedute.
A scuola sta andando benino. Ogni mattina metto sul banco un piccolo crocifisso perché mi sia di richiamo all’unione con il Signore, ma a volte il mio pensiero è attirato da Lui anche senza quel piccolo stratagemma. Però, poi, mi capita di estraniarmi troppo tempo dalla spiegazione dei professori e per fortuna Taddea mi richiama a stare attenta.
È venuto a trovarci don Vincenzo. Mi ha fatto un mondo di raccomandazioni, soprattutto mi ha raccomandato di confidare tanto e sempre in Dio, affidare a Lui tutto ciò che riguarda la mia anima e gli studi. Ancora una volta – più per incoraggiarmi che perché ne fosse convinto! – mi ha rassicurato che sarò promossa se mi abbandono totalmente in Dio: «Niente in me, tutto in Dio». Parlandomi di suor Maria Caccialanza mi ha raccontato che sue sofferenze fisiche sono aumentate ma che le sopporta rassegnata alla volontà di Dio e che le offre per il bene dell’Istituto e non ultimo anche per il buon esito dei miei studi e il mio progresso spirituale. Prima di darmi la sua benedizione mi ha invitata fortemente a non farmi prendere da alcun turbamento perché, se mi lascio sopraffare da esso, non riuscirò a fare niente di bene.