Pagine di vita, racconti di un’anima (20)
Lodi, 24 ottobre 1897
Più vivo nella ordinarietà e nella ripetitività, casa scuola, più avverto che Gesù mi sta colmando l’anima di grazie e mi dà la percezione del suo amore. È questo che mi fa addolcire le parole, che trasforma ogni mio gesto in un gesto di attenzione e di carità, che mi fa sentire che lo studio è parte di un progetto e non una fase pesante e faticosa e a volte umiliante.
Ho ripreso la scuola e sta andando abbastanza bene. In casa c’è armonia. A scuola le ragazze hanno gesti di delicatezza e di riguardo verso di noi. Proprio quando scorgo questi atteggiamenti in loro, non solo le ringrazio ma è l’occasione per far sentire la mia attenzione alla loro persona, per portarle in conversazioni su Gesù. La Direttrice e i professori si mostrano contenti delle nostre relazioni con le ragazze tanto che quando a ricreazione noi siamo in mezzo a loro, sono tranquilli. Tra una lezione e l’altra queste si avvicinano o per condividere qualche pena e preoccupazione o per chiederci se abbiamo bisogno di aiuto nello studio. Ci hanno anche già ben identificate. Io per loro sono come l’olio e Taddea l’aceto. E se vogliono una parola di incoraggiamento vengono da me, quando invece cercano una risposta netta e chiara vanno da Taddea.