Pagine di vita, racconti di un’anima (6)
Lodi, 15 Gennaio 1896
Dopo le feste di Natale. don Vincenzo è venuto a trovarci e ha visto che la nostra sistemazione abitativa anziché migliorare, nel tempo è peggiorata. Senza bisogno di racconti da parte nostra per capire che non potevamo rimanere in quella stanza ancora a lungo, ha provveduto ad una alternativa. E così oggi abbiamo fatto il trasloco. Ci è stato assegnato un saloncino che era servito da teatro, sempre nell’Istituto Santa Savina, a pianterreno e più appartato. Tutto è all’insegna dell’essenziale e della povertà, ma almeno ci muoviamo in uno spazio leggermente più ampio. La fatica dell’adattamento ai nuovi ambienti non è nulla, però, in confronto alla difficoltà che incontro nello studio.
Anche se ho solo vent’anni, sento che l’età ha un peso sull’apprendimento. Quando mi succede di avvertirlo con più forza, oltre alla consapevolezza che sono qui per obbedienza e che quindi non dovrei preoccuparmi, mi è di aiuto il ricordo di una risposta che ho dato ad un professore, senza premeditarla, ma di getto. Un giorno l’insegnante di matematica mi chiese perché avevo aspettato tanto a decidermi a studiare… «Studio per andare in Missione, anche in Cina se occorre», ho risposto senza pensare a quello che stavo dicendo. Non so che cosa abbia pensato lui, ma ho percepito che da quel giorno si è preso a cuore la mia situazione e quella delle altre per aiutarci.
Gli sforzi che faccio per riuscire nello studio e le umiliazioni quando non sono pronta ad apprendere, se non altro, giovano alla mia anima. Per me lo studio non è uno scopo, è un mezzo per fare maggior bene. E’ quello che suor Maria Caccialanza mi ha detto più volte e io me lo sono scolpito nel cuore: vivere tutto e sempre nel soprannaturale. Amo lo studio, ma non più di Gesù Crocifisso. Studio per essere apostola, per salvare le anime, per dare anime a Dio.