Pagine di vita, racconti di un’anima (4)
Lodi, 29 giugno 95
Dopo la fatica il dolore, e dopo il dolore la vergogna, ma ancora maggiore è il rincrescimento per un insuccesso che considero come una delusione data a chi ha posto in me la sua fiducia. Questa bocciatura la attribuisco in parte anche alla mia negligenza nel prepararmi, nell’approfondire gli argomenti di studio, ma Taddea mi ripete di non avvilirmi più del necessario. Mi sta assalendo anche il dubbio se il compimento dell’obbedienza possa sempre esordire con un miracolo… Sono qui per obbedienza, ho sostenuto l’esame di ammissione per obbedienza e non certo per un mio progetto, doveva esserci il miracolo ed invece eccomi qui davanti ad un insuccesso. Forse il miracolo c’è stato e io non lo vedo, o non lo riconosco? Magari è un miracolo interiore! Sicuramente il Signore non è obbligato a colmare le mie lacune intellettuali se questo non serve a dargli gloria! L’umiliazione della mia bocciatura, in questo momento, desidero che mi radichi maggiormente in Lui, purifichi le mie intenzioni. Lo voglio con tutte le mie forze per poter andare avanti sapendomi accompagnata e sostenuta da Dio, fiduciosa che porterà a compimento, secondo il suo beneplacito e i suoi tempi, l’opera che ha iniziato.
Dopo la notizia della non ammissione, ero già convinta di dover lasciare Lodi, ma don Vincenzo ha proposto una soluzione alternativa: Martina ed io ci prepareremo privatamente e ci presenteremo come privatiste all’esame finale del prossimo anno. Dovrò fare doppia fatica, ma voglio ritrovare la fiducia nella grazia di Dio e nella forza spirituale dell’obbedienza, voglio credere che mi sosterranno come due ali quando, per la mia difficoltà a ritenere gli argomenti di studio, sarò tentata a scoraggiarmi.