La lotta alla pandemia è un’Alleanza universale di amore
In occasione della preghiera del Regina Cœli del 3 maggio, papa Francesco ha comunicato alla Chiesa universale di aver «accolto la proposta dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana affinché il prossimo 14 maggio i credenti di tutte le religioni si uniscano spiritualmente in una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia di coronavirus». E concludeva con la raccomandazione accorata: «Ricordatevi: il 14 maggio, tutti i credenti insieme, credenti di diverse tradizioni, per pregare, digiunare e fare opere di carità».
L’invito è stato accolto unanimemente dai Vescovi e pastori di tutta la Chiesa, i quali lo hanno rilanciato ai fedeli delle proprie Chiese particolari. Così Mons. Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha scritto una lettera indirizzata ai rappresentanti delle diverse religioni presenti nella sua città invitandoli ad organizzare insieme questo momento di «solidarietà». “La lotta alla pandemia – scrive il cardinale – è un’Alleanza universale di amore».
E sottolinea che questa giornata è una nuova e ulteriore occasione per riflettere su quello che sta accadendo a tutta l’umanità, per digiunare al fine di rafforzarci nella determinazione a combattere ogni male e divisione, per pregare per la protezione di tutti, specialmente quelli più a rischio, per praticare opere di carità per le povertà prodotte dalla pandemia.
«Se la pandemia è un male che raggiunge tutti, – conclude Mons. Zuppi nell’invito – vogliamo ancora di più creare un’alleanza che unisca tanti credenti nel bene. Siamo convinti, infatti, di essere parte dell’unica famiglia umana e che il male ci sfida ad approfondire e promuovere la fratellanza».
Il 14 maggio sarà allora una giornata caratterizzata da un respiro universale perché siamo tutti sulla stessa barca, non solo come bersagli inconsci e indistinti di un virus malefico, ma anche perché raccolti dalla paternità di Dio che si prende cura di tutti e di ciascuno.