I fioretti di don Vincenzo: Più forte dell’emicrania
Che don Vincenzo soffrisse di forti emicranie era abbastanza risaputo tra i suoi confratelli. Un giorno, subito dopo pranzo, passò a fargli visita proprio il parroco di Martignana e, sentendo il cicaleccio dei bambini e le loro grida che venivano dalla sala della canonica, domandò a don Vincenzo come mai e cosa facessero proprio lì, a quell’ora, i bambini.
«Sono i bambini della scuola della parrocchia che abbiamo iniziato con l’aiuto delle suore di Maria Bambina, dopo che il governo aveva proibito l’insegnamento della religione nelle scuole e che i protestanti hanno deciso di aprire una loro scuola» fu la spiegazione di don Vincenzo.
«Ma proprio in casa vostra, dovevate organizzarla? Come riuscite a sopportare questo chiasso quando vi vengono i soliti attacchi di emicrania?»
Anche il curato, sopraggiunto nel frattempo, disse che quel vocio di bambini in alcune ore della giornata diventava davvero insopportabile.
Mentre i tre preti sorseggiavano insieme un caffè nero, Don Vincenzo cercò di minimizzare il fastidio e anzi disse che gli favorivano il sonnellino del pomeriggio. Nessuno dei due cercò di contraddirlo: era evidente che tra il disturbo e il sapere che i bambini della parrocchia erano custoditi, don Vincenzo avrebbe sopportato in silenzio il mal di testa anche se acuito dal chiasso.
«La stessa cosa – aggiunse il curato – succede quando si intrattiene a giocare a bocce con i giovani del paese e ha un forte attacco di emicrania. Potrebbe ritirarsi in casa ma…».
Don Vincenzo non lasciò che il suo sacerdote continuasse sul tema del riguardarsi e precisò: «Ma che mal di testa! Per me, il male peggiore è lasciare che i giovani si ritrovino a trascorrere il loro tempo libero in ambienti poco sani. Vale più la loro anima o il mio mal di testa?»
La risposta era chiara e scontata per lui: per il bene dei fanciulli e dei giovani avrebbe sempre e comunque rinunciato volentieri al suo benessere.