«Fate questo in memoria di me»
I corpi e non solo il pane occupano la scena del giovedì santo.
Gesù compie due gesti relativi al corpo:
dona il suo corpo nel pane spezzato
e si china sui piedi dei discepoli per lavarglieli.
Due gesti che nel suo racconto Giovanni, l’evangelista dei «segni», unifica e identifica, fino a prediligere la narrazione del secondo. Il lavare i piedi – gesto di estrema umiliazione perché riservato unicamente agli schiavi stranieri – compiuto da Gesù sta a significare la consegna totale ed assoluta di tutto se stesso nelle mani dei suoi.
Così Gesù si inginocchia ai piedi dei discepoli. Sa bene che quel gesto gli era stato fatto da due donne: una peccatrice e una donna discepola, Maria di Betania. Gli avevano lavato e profumato i piedi, in un eccesso d’amore, durante una cena.
Gesù sembra aver imparato da loro la lezione, e rifà il gesto, chiedendo però che sia un gesto di reciprocità.
Quella sera lo fa solo lui, per darne un esempio (cf. Gv 13,15).
Quella sera, Gesù non ha fatto come ultima azione un miracolo, ma un’azione che ciascuno può ripetere: deporre la vita, disarmarsi, non incutere paura né avere paura, e avere verso l’altro l’atteggiamento di chi gli lava i piedi…
L’amore cristiano è «lavare i piedi a te», quando pur vedendo il tuo peccato, so non tenerne conto; quando constato la tua fragilità e non te la faccia pesare; io lavo i piedi a te quando non mi lascio tentare dall’arroganza, che guarda al mio io, pensandolo superiore a quello degli altri.
Quest’anno non assisteremo al rito della lavanda dei piedi nelle chiese e nelle cattedrali, ma questo gesto sarà moltiplicato nella realtà. Possiamo andare col pensiero nelle case, negli ospedali, nelle residenze per anziani. Lì ci sono uomini e donne che stanno lavando i piedi, servendo i corpi malati, di sofferenti, di malati che non riescono più a farlo da sé…
Un servizio fatto con amore e consapevolezza, che continua i gesti di Gesù.
«Fate questo in memoria di me», è il mandato che riportano i sinottici Marco, Luca e Matteo in riferimento all’istituzione dell’Eucarestia, lo stesso che Giovanni pone ora nella lavanda dei piedi, raccomandando: «Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».