La Parola e l’unità

La Domenica della Parola di Dio, istituita da Papa Francesco, si colloca in un periodo dell’anno che invita a rafforzare i legami con gli ebrei e a dare un contributo all’unità dei cristiani. Sottolinea, infatti, il Pontefice che «non si tratta di una mera coincidenza temporale, ma esprime una valenza ecumenica».

Il Papa intende rimarcare la corrispondenza tra Parola di Dio e unità, «perché la Sacra Scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida».

E questa unità non è riferita esclusivamente a quella tra le chiese cristiane, ma coinvolge le comunità cristiane e anche religiose.

Di fronte alle tendenze che cercano di relegare l’ascolto della Parola di Dio a gruppi scelti, questa celebrazione la  riporta alla sua finalità originaria: nel popolo e per il popolo. Non può che essere così perché la Bibbia è il libro del popolo del Signore e non della classe sacerdotale o degli studiosi,  antichi e moderni. «Il popolo nel suo ascolto passa dalla dispersione e dalla divisione all’unità. La Parola di Dio unisce i credenti e li rende un solo popolo» continua papa Francesco.

La pratica della lectio divina e della condivisione o collatio  nelle comunità religiose ha questo obiettivo: fare comunione intorno alla sacra Scrittura e trovare in essa le ragioni per costruirla  passo dopo passo nella quotidianità delle relazioni, così come sono. E poiché è Dio che ci parla, è  in quelle parole che  è possibile  capire la sua volontà prima che in altri sillogismi.

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