Io sono una missione!
«Io sono sempre una missione». Può sembrare una sgrammaticatura, in realtà questa felice espressione di papa Francesco nel messaggio Battezzati e inviati ci introduce nel cuore della questione. Non esiste la missione in astratto, ma le persone che sono missione. La missione sono le persone che vivono permanentemente la loro vita, i servizi, le relazioni, con un atteggiamento missionario, cioè di inviati da Gesù. Dire che si può essere missionari anche nella propria patria, che la missione è anche qui, è una verità solo se non diventa un alibi di fronte alle esigenze della missione. Ce lo ricorda il papa quando scrive che essere missionari non è una iniziativa da marketing. «La nostra appartenenza filiale a Dio non è mai un atto individuale ma sempre ecclesiale…. e la vita divina non è un prodotto da vendere – noi non facciamo proselitismo – ma una ricchezza da donare, da comunicare, da annunciare: ecco il senso della missione».
Tutte abbiamo avuto la possibilità di incontrare, conoscere e anche condividere alcuni anni con suore che hanno vissuto la loro vita nella dimensione della missionarietà. In alcuni casi non hanno neppure realizzato grandi opere: sicuramente erano animate da una spinta a condividere la fede in Gesù che avevano ricevuto, attraverso parole e gesti che la raccontavano e la manifestavano. Alcune hanno vissuto la missione nelle nostre realtà nazionali, altre ad gentes.
Una delle iniziative proposte per il mese missionario straordinario prevede la memoria di testimoni della fede e della missione, dei nostri tempi. Nei prossimi post vogliamo, anche noi ricordare alcune nostre sorelle, già in paradiso, ma molto presenti nella nostra memoria sia perché sorelle nello spirito sia perché in molti casi siamo state le prime a «beneficiarie» della loro opera missionaria. Attraverso racconti semplici, ricordi affettuosi, riflessioni significative vogliamo soffermarci su alcuni ritratti, delineati ora da suore, ora da persone laiche che le hanno conosciute. La vita di queste sorelle ed ora il loro ricordo recuperato e condiviso testimoniano che la missione è inscritta nella vocazione cristiana prima che in quella religiosa e missionaria.