Per non essere estraneo a quello che avviene sull’altare…
Mario, il seminarista di Vicobellignano, durante le vacanze, ogni giorno all’alba, serviva messa a don Vincenzo. La sua sorpresa, man mano che le settimane scorrevano, cresceva perché il suo parroco, durante la celebrazione, non si distraeva. Non ci riusciva chi, entrando in ritardo, sbatteva rumorosamente la porta della chiesa, né il sagrestano quando attraversava pesantemente la navata, né il bisbiglio delle preghiere recitate da un gruppetto di donne.
Non che fosse un comportamento straordinario, quello del parroco! Anche in seminario la concentrazione durante la messa era raccomandata e inculcata come una buona pratica.
Mario, però, osservando da vicino don Vincenzo, capiva che non era solo questione di autocontrollo:era convinto che doveva esserci qualcosa di più profondo che lo teneva raccolto. Una mattina, rientrati in sagrestia e approfittando che il sagrestano era impegnato altrove, il seminarista si trattenne ad aiutare don Vincenzo a togliersi i paramenti e, senza tanti preamboli, gli chiese: «Ma a voi, signor parroco, non succede di distrarvi durante la messa?». Don Vincenzo si fermò un attimo e guardò negli occhi il ragazzo: «Non ti nascondo che la distrazione più dura da vincere è quella del cuore, quella che ti fa celebrare la messa come se tu fossi estraneo a quello che avviene sull’altare».
Al seminarista sembrò di aver capito, ma non si accontentò della risposta. Don Vincenzo, che lo aveva intuito, appoggiò i gomiti sul ripiano della cassettiera e cercò di spiegarsi meglio: «I Preti per il loro stato, poiché sono scelti a nome di tutti, sono incaricati di tutti, sono collocati in mezzo a tutti per soddisfar Dio per tutti. Dio sceglie i Preti in mezzo agli uomini per ricevere da loro quei doveri che tutti gli uomini devono rendergli… E questo non a titolo di pietà particolare, ma a titolo della loro dignità e delle obbligazioni ad essa inerenti e indispensabili».
E mentre si avviavano all’uscita aggiunse che la consapevolezza di questo compito, davanti a Dio e davanti alla gente, non gli dava né spazio né tempo per distrarsi. Quando non era concentrato in Dio, era occupato nel farsi carico di ciascuno dei suoi fedeli.
Il seminarista capì allora perché né i ritardatari, né il sagrestano maldestro, né le vecchiette lo potevano distrarre perché, così com’erano, erano parte integrante della sua preghiera e della sua celebrazione.