Le benedizioni di don Vincenzo
«Dio li benedisse: Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra» (Gn 1,22). La Bibbia collega la benedizione alla trasmissione della vita e poiché essa è un dono, la benedizione la moltiplica.
È con questo significato che nella cultura contadina davanti all’inedito di un bambino appena nato la meraviglia si esprimeva in una benedizione sovrabbondante: «Dio ti strabenedica!». E nel prefisso «stra» si concentrava tutto il bene possibile e desiderabile per il piccolo, come augurio, ma soprattutto come intercessione.
La benedizione pur essendo considerata una «attività» strettamente ed efficacemente appartenente a Dio, è entrata a far parte anche delle funzioni dei sacerdoti e dei genitori. Benedizione come interpretazione e garanzia della benevolenza di Dio o come trasmissione di «promesse», di beni, di eredità.
Don Vincenzo nella corrispondenza con le suore conclude ogni lettera con una benedizione. Alla sua benedizione particolare, pur autorevole, egli ha dato preferenza alle «benedizioni del Signore».
«Le benedizioni del Signore» era una espressione che modulava in modo variegato, ma sempre intendeva riportare a Dio, alfa e omega, ogni cosa, relazione, affare, questione, problema, decisione, conflitto…Tutto l’affanno per le cose di questo mondo aveva senso se riconduceva le persone a Dio e al suo bene.
Don Vincenzo non invocava la benedizione di Dio sulle case, sulle imprese, sulle iniziative ma sulle persone. «Il Signore vi benedica tutte quante…e ciascuna in particolare… te insieme a tutte le suore…, alle bambine…, alle pensionanti», una benedizione estensiva, coinvolgente, diffusiva non certamente esclusiva.
E ciò che ancor più sorprende nelle sue parole è la misura che sembra voler dare alle benedizioni di Dio. Lui, sempre così parsimonioso nelle parole, quando invoca per le sue suore la benedizione divina, la auspica «gigantesca, sovrabbondante, che ricolmi delle sue grazie… di ogni sorta di beni…un treno di benedizioni…una grossa benedizione…mille benedizioni».
È un linguaggio plastico, anche un po’ eccedente, se si vuole, ma fa percepire alla destinataria quanto ella sia nel cuore di don Vincenzo e del Signore.
Don Vincenzo si spinge anche oltre, quando dice «il Signore vi benedica come e in quella misura che io desidero per voi» e lo fa non per mettere un limite alla benevolenza di Dio ma per lasciar intendere che il suo desiderio di bene per le suore vorrebbe essere molto vicino a quello che Dio, di fatto riserva per ciascuna.
Benedizioni che non sempre invoca come carezze ma che prevede «massimamente per spalle dure», perché sa che le grazie di Dio, a volte, pesano perché chiedono un coinvolgimento speciale.
«Il Signore vi benedica tutte, perché tutte siate sante»: è la benedizione che vogliamo accogliere come rivolta a noi, oggi, immaginando che prima delle opere, dei numeri, della visibilità… c’è la santità, il progetto dei progetti, quello di essere sante perché «Dio è santo».