La corrispondenza di don Vincenzo con le sue figlie

La corrispondenza personale di don Vincenzo con le suore è un autentico e originale diario personale che va dal 1900 al 1917. L’abbondanza di particolari e la ricchezza di contenuti che egli trasmette con estrema naturalezza e immediatezza, superano di gran lunga le informazioni che molto più tardi daranno i testimoni, i quali, loro malgrado, omologheranno don Vincenzo alle categorie della santità canonica. 

Nella corrispondenza, come in un dialogo quasi quotidiano con alcune suore, poiché subito dà riscontro allo scritto ricevuto per rispetto all’interlocutrice e alle questioni poste sia di carattere pratico che spirituale, egli parla dei suoi numerosi viaggi intrapresi per impegni di ministero e del peso spirituale che questi comportano, delle visite alle diverse fondazioni appena avviate e delle aspettative che coltiva per ognuna di esse, ma anche delle preoccupazioni o delusioni che a volte raccoglie o dalle suore o dai parroci circa i progetti che riguardano l’Istituto. Lascia emergere dal profondo del suo animo gioie e soddisfazioni sia pastorali sia in riferimento alle sue figlie spirituali; non nasconde le sue simpatie o antipatie verso alcuni confratelli; si sorprende della sua capacità a districarsi con diplomazia con prelati vari; condivide le sue intuizioni circa l’ambiguità di alcune persone che si propongono come collaboratrici senza esserlo in verità. Alle suore, non risparmia, insieme ad interventi paterni e convincenti, anche parole severe ed inflessibili, in alcuni casi «minacciose». Non mette sotto silenzio neppure le sue indisposizioni fisiche o i disagi e le fatiche sostenute.

Attraverso queste lettere, emergono l’uomo e il sacerdote, quello reale, cioè che ama, gioisce, soffre, trepida, si stanca e si arrabbia, un don Vincenzo poco apologetico e più realistico, meno da nicchia e più «della porta accanto». Emerge da esse il suo afflato spirituale, pastorale, la sua intraprendenza e abilità manageriale. Sono ben lontane dall’essere dei trattati, anche brevi di spiritualità. La loro impostazione e l’immediatezza dello stile ne evidenziano il tratto familiare, confidenziale.

Dalla varietà dei temi che esse presentano ci soffermeremo nei prossimi post su alcuni di essi, alternandoli con brevi riflessioni sull’esortazione post sinodale ai giovani «Christus vivit».

 

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