Maggio: il Mese di Maria
La pratica del mese di maggio mariano nasce come una modesta devozione, semplice e privata, a carattere strettamente familiare. Vive a lungo come appartata, soprattutto nelle classi sociali medie e povere, nel territorio specificamente italiano, e da qui poi si diffonde.
Prende forme diverse nei luoghi dove è praticata, non ha regole, ma si affida all’amore spontaneo del popolo per la Vergine Maria. Solo tardivamente viene assunta dalla chiesa locale come forma devozionale della comunità cristiana, anche se la sua ispirazione originaria la riporta di preferenza nelle case, nei cortili, nelle contrade.
In una conferenza, san Vincenzo Grossi volendo dare un fondamento a questa devozione mariana nel mese di maggio, enfatizza delle argomentazioni sulle corde della suggestione. Le stagioni attuali non fanno più testo perché a motivo dei cambiamenti climatici sono in anticipo o in ritardo sui tempi che abbiamo sempre considerato come i loro propri. Sicuramente nel 1877, anno in cui don Vincenzo scriveva questi appunti, a maggio, la natura esplodeva nella sua bellezza. Infatti scriveva:
«La primavera, che risveglia la natura dal suo letargo, mette nei nostri cuori sentimenti di fervore e d’affetto e anche noi spiritualmente ci risvegliamo. Ebbene in questo nostro ridestarsi non ci ricorderemo del nostro Dio e di sua Madre Maria? È ben giusto che noi consacriamo a Maria il mese dei fiori e dei profumi, essa che è un vero fiore d’ogni santità, un profumo soave d’ogni più cara virtù!»
Se l’accostamento della primavera a Maria può essere una metafora, non lo sono invece le manifestazioni di devozione e gli omaggi di tutte le arti. Continuava infatti:
«L’ispirazione poetica ha prodotto i canti più soavi, la musica ha modellato i suoi più melodiosi concerti, la scultura si è elevata alle più delicate meraviglie e l’architettura ha concepito le più sublimi ispirazioni».
Anche la natura si unisce a questo culto universale, ma è il credente che prende a prestito «dalla primavera il profumo dei suoi zeffiri, lo smalto dei suoi prati, la nascente verzura dei suoi boschi ed il dolce canto degli uccelli per farne omaggio a Maria. Noi che cosa offriremo a Maria? La nostra fervorosa devozione e il nostro sincero affidamento».
La pratica del mese di maggio, anche se qua e là sembra in calo, non perde il suo fascino e diventa una opportunità per esprimere, attraverso preghiere e gesti, la tenerezza verso Colei che, proprio perché Madre, riversa su noi, suoi figli, forza e protezione.